LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - È la settimana che decide un sacco di cose, perché tra domani e dopodomani non si limiterà a dare una misura esatta alle ambizioni di Juventus e Roma, ma ogni fatto avrà una conseguenza che riguarderà le due squadre, le due società, la Champions League ma anche il campionato, il movimento calcistico intero.
La Juve, come in serie A, è un passo avanti. Allegri ha perso due partite ma non la bussola, ha rimesso in carreggiata i suoi e domani potrà realizzare la non irresistibile impresa di strappare un punto all’Atletico Madrid già qualificato. Max dice: «Voglio vincere con due gol di scarto e arrivare primo nel girone». In realtà, un salomonico pareggio starebbe bene a tutti, anche perché arrivare secondi, e quindi pescare una testa di serie agli ottavi, potrebbe non essere così terribile: tre le prime, ci saranno avversari abbordabili come il Porto, il Monaco o il Bayer, il Borussia o l’Arsenal. Vale la pena rischiare di perdere (e di retrocedere in Europa League: succederebbe se l’Olympiacos battesse il Malmoe) per l’ambizione di stravincere? Allegri sta preparando la formazione migliore, con la difesa a quattro e i rientri di Tevez, Marchisio, Lichtsteiner e Padoin. In attacco, più che Llorente dovrebbe toccare a Morata, che quand’era adolescente giocò per un paio d’anni nel vivaio dell’Atletico, prima di passare al Getafe e infine al Real. Con le spagnole, Allegri ha vinto appena una volta su dodici, per altro inutilmente: batté 2-0 il Barcellona a San Siro nel 2013, ma poi ne prese quattro nel ritorno di quell’ottavo di finale.
La Roma è invece sul filo, perché riceve un avversario formidabile e ambizioso malgrado l’assenza di Agüero, l’attaccante più forte al mondo dopo Cristiano e Messi (ha realizzato da solo alla metà dei gol del City) e il più assiduo marcatore della storia della Premier, con l’incredibile media di una rete ogni 108 minuti. Il Kun, atleta fragile, ha un ginocchio fuori uso che potrebbe costargli la stagione intera: la notizia del suo infortunio ha scosso molto la metà Citizen di Manchester e anche Pellegrini, che all’Olimpico dovrà rinunciare pure al suo boss, Yaya Touré, squalificato. La Roma è in una situazione ingarbugliata: passa il turno senza condizioni solamente vincendo, mentre potrebbe farlo anche pareggiando a condizione che il Cska pareggi a sua volta con il Bayern. Se invece i russi vincessero, avanzerebbero loro. Ma se perdessero, la Roma si qualificherebbe solamente con lo 0-0, visto che il pari con gol favorirebbe il City. Garcia capirà se ha fatto bene a esagerare con il turn over contro il Sassuolo, rimettendoci in pratica un paio di punti: rispetto al campionato, ci saranno Maicon, Keita, Nainggolan (che ha litigato via twitter con Peluso in merito agli errori arbitrali di sabato), Gervinho e soprattutto Totti, nervosetto per non aver giocato nemmeno un minuto. Squadra e Garcia hanno in testa lo scudetto come primo obiettivo ma per il club non è così, se è vero che sabato la preoccupazione per i gol di Zaza era, tra i dirigenti, inferiore all’interesse per le notizie su Aguero. D’altronde, l’approdo o meno agli ottavi di finale indirizzerà il mercato di gennaio: se la Champions durasse ancora arriverebbero dei rinforzi, altrimenti ci saranno delle dismissioni, che dovrebbero riguardare perlomeno Cole e Borriello.