La Roma saluta la Champions

11/12/2014 alle 09:19.
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IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Finisce così, con un'altra sconfitta: la terza. La Roma saluta la e i 15 milioni che l'accesso agli ottavi avrebbe portato. Alla squadra di non bastano una vittoria e due pareggi per entrare tra le sedici più forti d'Europa e finisce in Europa League.

A conti fatti giusto così, la percezione della serata, intrisa di rabbia e dolore (sul trespolo c'era di tutto e di più), trasmette tutti i limiti di una squadra che a fine gara va sotto la Sud a raccogliere comunque il tributo del suo pubblico che intona un «vinceremo il tricolore» che ha dell'incredibile. Stanca, un po' sfortunata, ma soprattutto consapevole, dopo i due gol rimediati contro il , che in questo momento il suo target non può essere ancora la . O almeno non gli ottavi di finale che restano un sogno anche per questa Roma targata e tutti i suoi limiti. Una squadra che continua a riscoprirsi debole quando è chiamata a fare il salto di qualità e sbaglia tutte le partite cruciali.

Al gelo dell'Olimpico in novanta minuti la sintesi della stagione di della Roma: parte forte, sbaglia molto, poi si ferma e accusa il ritorno del che sembra averne di più nonostante le assenze. Nell'Europa che conta chi sbaglia paga e quella musichetta intrigante, felicità dei tifosi, torna ad essere un miraggio che sfuma in dissolvenza mentre sullo sfondo si concretizzano i sedicesimi di un'Europa League davvero infinita.

SUBITO ROMA MA IL C’È Pronti via la squadra di (che ha mandato in panchina e messo nel tridente con e Gervinho) sembra arrivare da tutte le parti, gli inglesi accusano e restano imbambolati con i giallorossi vicinissimi al gol almeno tre volte nei primi dieci minuti. Ma c'è poca lucidità negli ultimi metri, un po' di sfortuna e il , dopo un quarto d'ora da dimenticare, rientra in partita. Così si salva prima dalla botta da fuori di Milner, poi non trova la porta qualche minuto più tardi. La Roma sta lì, ci prova nelle ripartenze con un paio di lanci spettacolari di tra i migliori in campo. Su uno di questi Hart deve fare un miracolo per togliere dall'angolino il diagonale del solito Gervinho. Ma la svolta non arriva.

LA CHAMPIONS NON È LA SERIE A E non basta perché nell'Europa che conta chi sbaglia paga e la seconda occasione non ti è concessa: mai. Così, mentre la Roma si perde, fatica a trovare il suo consueto passo, naufraga e non è certo in gran serata, il prepara il colpaccio. Nonostante le assenze pesanti, in campo per gli inglesi c'è gente abituata a giocare questo tipo di partite.

Il coniglio da cilindro lo estrae Nasri dopo un'ora di gioco: botta secca da fuori, palla che sbatte sulla parte interna del palo e piega con tutta la Roma. Sull'Olimpico cala un silenzio spettrale, prova a cambiare (dentro , e poi ), va un po' meglio ma le cose non cambiano.

Anzi, a cinque dal termine, dopo aver colpito un palo, sbagliato un gol incredibile e spinto sull'acceleratore finché ne ha avuto, la Roma viene affondata dal secondo gol del targato Zabaleta. Finisce così, il Bayern fa il suo col Cska e la Roma si ritrova in Europa League: alla fine giusto così. Due partite buone su sei sono troppo poche per entrare nel gotha del calcio europeo. E lunedì dall'urna di Nyon & Co. scopriranno il loro futuro nell'Europa di scorta.