IL TEMPO (E. MENGHI) - Non ci si aspetta da lui nessun aeroplanino di gloria, in giacca e cravatta sarebbe un po’ fuori luogo, ma a Trigoria questa sera si farà il tifo per l’ex Montella. Sono poche, d’altronde, le squadre attrezzate per fermare la Juventus e la Fiorentina, di recente divenuta una vera e propria colonia romanista, fa parte di questa ristretta cerchia a cui si affida la Roma per provare a diventare la nuova capolista del campionato. Al tecnico viola si chiede uno di quei miracoli che col pallone tra i piedi aveva saputo fare quando Capello lo allenava. Montella sa cosa significa vincere uno scudetto con la maglia giallorossa, Totti e De Rossi vorrebbero rivivere quell’emozione e, da vecchi amici ed ex compagni di squadra, confidano in un suo aiuto per fermare i bianconeri.
«Non mi sono arrivate telefonate da Roma - ha ammesso Montella - ma non ce n’è bisogno. A prescindere dal campionato dei giallorossi, vogliamo vincere e dobbiamo dare il 101 per cento con avversari di questo livello», è la promessa d’impegno proveniente dalla sala stampa di Firenze. Qualche tacito appello sarà pure arrivato, un invito a ripetere il 4-2 dell’ottobre 2013 che fece godere i viola al punto di equiparare i tre punti contro la Juve a uno «scudetto morale». Inutile aggiungere altro per far capire quanto sia sentita dalle parti di Palazzo Vecchio questa gara. È una specie di secondo derby per i bianconeri, che in quello «originale» col Torino hanno rischiato di perdere due punti.
«Speriamo sbaglino qualcosa», è il ritornello ormai di casa a Trigoria, ma la risposta arriva puntuale dal campo e non è mai quella sperata. Il gol a tempo scaduto di Pirlo è solo l’ultimo dei dolori, arrivato mentre i giallorossi stavano effettuando il riscaldamento pre-Inter. Stavolta ci sono quasi 21 ore di distanza tra il fischio d’inizio di Fiorentina-Juventus, che inaugura stasera uno spezzatino di calcio lungo fino a lunedì, e quello di Roma-Sassuolo, in programma alle 18 di domani, e vivere quell’attesa con un plus di speranza è ciò che si augurano al Bernardini. Le motivazioni per battere il Sassuolo verrebbero da sole, ma sottovalutare la formazione neroverde in ottima salute sarebbe l’errore più grande da fare. Se Montella proverà a fare un favore alla Roma, Di Francesco, ex scudettato pure lui, non ha intenzione di farsi da parte, anche se questa città gli è rimasta nel cuore e ci si è comprato casa. Garcia sta preparando un turnover ragionato perché non pensare all’ultimo decisivo turno di Champions è praticamente impossibile, perciò Maicon dovrebbe tirare il fiato aspettando il City, così come Holebas: Florenzi e Cole sarebbero i titolari delle fasce, mentre Yanga-Mbiwa chiede spazio in mezzo. De Rossi rientra, Pjanic va verso la panchina e davanti è partito il ballottaggio Gervinho-Ljajic per un posto nel tridente delle rivincite con Destro e Iturbe.
A testimoniare che il 3-2 dello Juventus Stadium non è stato ancora smaltito per come è arrivato ci ha pensato Holebas: «Il gol irregolare, i rigori discutibili, è stata una partita strana». Allegri sembra sentire la pressione e ha imitato Garcia: «Lo scudetto lo vinciamo noi». Ma almeno nel gioco dialettico è arrivato secondo.