IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - C’era, anzi ci doveva essere per la Roma un solo risultato, ieri sera, dopo il pareggio di venerdì della Juventus a Firenze: la vittoria. Un’occasione rara e ghiotta assai per accorciare sui campioni d’Italia e portarsi, con l’ottavo successo di fila all’Olimpico, ad una sola lunghezza dalla capolista. La Roma, invece, chiude un sabato piovoso con un misero punticino, dopo aver seriamente rischiato di perdere il confronto con il Sassuolo di Eusebio Di Francesco. Rudi Garcia, accecato dalla presunzione, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, mandando in campo una formazione sconclusionata, con uno Strootman ancora impresentabile, e troppi titolari relegati al ruolo di riserva.Un errore macroscopico, quello del francese, che ha pesantemente sottovalutato la forza dell’avversario e sopravvalutato quella di alcuni suoi giocatori. Ecco perché Rudi deve abbracciare e ringraziare con tutto se stesso Adem Ljajic, autore della doppietta che (con la squadra in inferiorità numerica) ha impedito alla Roma di uscire con le ossa rotte dal campo. Già, Ljajic, diventato a forza di cose belle uno dei titolari inamovibili della Roma. Una doppietta (la prima in maglia giallorossa)che lo porta a quota 6 reti in campionato, e sul podio dei cannonieri della squadra. Una crescita continua, la sua. E non soltanto sul piano tecnico,come dimostrato dalla freddezza con la quale ha trasformato il calcio di rigore e dalla precisione chirurgica con la quale ha trafitto per la seconda volta Consigli per il pareggio finale. È piaciuto molto, il serbo, perché nel momento della necessità si è caricato sulle spalle la squadra e l’ha trascinata verso l’impresa (impresa?) di non perdere contro il Sassuolo. Personalità,ecco.
UN DIAMANTE - Rudi tempo fa l’ha definito un diamante; grezzo, ma sempre diamante. Non v’è dubbio che Adem sappia giocare (e bene) a pallone, ma-almeno qui a Roma - ha dimostrato di aver bisogno come il pane di sentirsi importante. Importante e coccolato. Come è accaduto recentemente. E lui ha ripagato la fiducia con prestazioni, sorrisi e gol. Quinta presenza consecutiva da titolare (a Roma non era mai accaduto), e già sei reti. Tante quante quelle realizzate in totale nel passato torneo. «Abbiamo cominciato male, ma poi abbiamo giocato soltanto noi. Io non sono contento per il risultato ed è un peccato non aver guadagnato punti sulla Juve, ma il campionato è ancora lungo», il suo commento/speranza dopo il fischio finale di Irrati.