IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Se la prima fase fosse finita a Mosca, la Roma sarebbe entrata tra le 16 big di questa edizione della Champions: la classifica avulsa premia ancora il gruppo di Garcia che, con gli stessi punti (5) del Cska e del City, è ancora seconda dietro al Bayern. La stessa posizione ce l’ha anche in campionato, dietro alla Juve. Ecco perché, quando deve fare il bilancio dei primi tre mesi della stagione, il francese di Nemours continua a essere più che soddisfatto. Non basta, però. E lo sa bene anche lui. Perché da 2 mesi i giallorossi non giocano più come fecero il 17 settembre al debutto in Champions o il 5 ottobre allo Stadium contro la Juve. Non si può sapere se abbia inciso il crollo inaspettato contro il Bayern o la serie infinita di infortuni. Qualcosa si è inceppato.
ALTI E BASSI - In casa la Roma funziona. Ma le avversarie, nelle gare interne di campionato, spesso non sono state all’altezza. 6 vittorie su 6 match e nessuna rete subita. Quasi sempre, partite chiuse nella prima parte. Perché i giallorossi o gestiscono o calano. Come è successo anche nella ripresa a Mosca (possesso palla sceso dal 64,7% al 47,3%). La preparazione, per ora, non convince: guai muscolari e mugugni sparsi. Ma anche tatticamente la squadra sta balbettando: la difesa, da tempo in emergenza, si abbassa per stanchezza o paura; il pressing lo fanno pochi; troppi palloni vengono regalati agli avversari (49 palle respinte contro le 12 del Cska) e pochi sono i contrasti (e i falli: 5 martedì sera). In più Garcia con le sostituzioni fa cilecca: da Paredes a Torino a Strootman a Mosca, sempre negli ultimi 5 minuti.
SENZA FRECCE - Proprio nella prima gara con il Cska, la Roma esagerò grazie alle performance dei suoi due esterni d’attacco: nel 5 a 1, Gervinho (2 gol) e Iturbe (1) furono i grandi protagonisti, scambiandosi anche un assist a testa. Da quel giorno, nessuno vola più sui lati. L’ivoriano in campionato ha fatto centro alla prima giornata, contro la Fiorentina, e con il Bayern nella sera del 7 a 1, diventando il capocannoniere di Champions (3) reti; l’argentino, già due volte fermo per infortunio (muscolare il primo, contusivo il secondo), ha realizzato l’unica rete in campionato a Torino contro la Juve, guarda caso l’altra grande esibizione dei giallorossi in questa stagione (la sconfitta è stata firmata dall’arbitro Rocchi con tre decisioni assurde). Se per Iturbe pesano i 30 milioni dell’investimento della proprietà, per Gervinho è evidente l’involuzione. Pochi gol, quasi tutti in casa: 13 su 16. Fuori non segna dal 22 marzo, al Bentegodi contro il Chievo. Il contropiedista, in questo senso, sta perdendo colpi.
PORTA APERTA - La Roma, e Sabatini non ha certo aspettato l’errore di De Sanctis a Mosca per muoversi, prenderà presto il nuovo portiere. E sarà il titolare della prossima stagione. E’ stato individuato da tempo: il brasiliano Neto che, nonostante i tentativi fatti ripetutamente dalla Fiorentina, ha deciso di non rinnovare e di aspettare il club giallorosso. Skorupski sarà ceduto e De Sanctis, invece, confermato. Come secondo, però.
RARI GLI 0-0 - Occhio al risultato dello scontro diretto contro il City: con la possibile sconfitta del Cska a Monaco contro il Bayern, la Roma si può permettere di pareggiare per andare comunque agli ottavi. Ma solo 0 a 0. Il punteggio, però, non appartiene alle due rivali: in 136 match, appena 6 volte. Nelle 77 partite della gestione Pellegrini (tutte quelle della scorsa stagione e quelle dell’attuale), solo in 2 casi, sui campi dello Stoke City e del Norwich, il Manchester ha conquistato un punto senza far gol. Nelle 59 dell’éra Garcia (lo stesso periodo preso in esame per i Citizien con in panchina l’allenatore cileno), lo 0 a 0 si è visto in 4 gare, in quella del mese scorso a Genova contro la Sampdoria e nelle 3 del campionato scorso contro il Cagliari, la Lazio e l’Inter, sempre all’Olimpico. Meglio, dunque, pensare esclusivamente al successo. Anche Garcia e Pellegrini sono d’accordo.