IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Mistero, rabbia e Florenzi terzino destro, l’unico che può giocare lì. Perché Maicon non ce la fa e rinuncia pure alla quinta gara di Champions. Indisponibile per il match di domani a Mosca contro il Cska. Come accade ormai da più di un mese, mancando in campionato dalla partita del 18 ottobre all’Olimpico contro il Chievo e avendo saltato in Europa le due sfide contro il Bayern. Garcia, sabato sera a Bergamo, era convinto di recuperarlo per la trasferta in Russia. Anche perché aveva appena perso Torosidis, pure lui vittima del solito problema muscolare. Il brasiliano, però, ha detto no. «Non me la sento» ha spiegato al tecnico giallorosso e ai collaboratori del francese (fece così pure prima della partenza per Monaco). Il terzino ha provato a forzare nell’allenamento differenziato di ieri mattina, ma a quanto pare non si è sentito ancora sicuro, il ginocchio destro non lo fa stare tranquillo. In questi casi è difficile dargli torto. Perché a volte le ricadute sono peggio degli infortuni. In più ha capito che sarebbe forse finito in panchina.
RETROSCENA E STRAPPO - Garcia ha preso malissimo il nuovo forfait, avendo sempre creduto, la scorsa settimana, di poter contare su Maicon nel gelo dell’Arena Khimki. Né il giocatore né lo staff dell’allenatore, per primo il preparatore Rongoni, hanno però ragionato come il francese. Per motivi diversi. Il brasiliano è sembrato a volte timoroso, prendendo tempo, e altre convinto, dando la disponibilità. Chi lo ha seguito in campo non lo ha considerato pronto. Il calciatore ci mette del suo, non condividendo i metodi di lavoro. E lo ha detto chiaramente a tutti, Sabatini compreso. Vorrebbe fare esercizi personalizzati, seguito da Chinnici. Il ds non sa come intervenire. Tra l’altro il terzino ha appena rinnovato per un’altra stagione.
LISTA SPARITA - L’evidente nervosismo di Garcia ha avuto la prima conseguenza già a caldo: niente lista dei convocati. Sul charter, atterrato all’ora di cena a Mosca, sono saliti 21 giocatori, compresi il diciannovenne Somma, unico cambio per la corsia di destra (come è successo contro l’Atalanta quando si è fatto male Torosidis), e il centrocampista Paredes, assente a Bergamo per la contusione al malleolo. Nel tardo pomeriggio di Mosca, a fine allenamento, ufficializzerà i 18 giocatori per la partita di domani. L’elenco non sarà definitivo, essendoci a Mosca pure i Primavera, impegnati nella Youth League: c’è la possibilità di prenderne qualcuno, se dovesse servire, in extremis.
SENZA DIFENSORI - La difesa rimane in piena emergenza. Fuori Maicon, Torosidis, castan, Yanga-Mbiwa e Balzaretti, è quasi scontato l’arretramento di Florenzi. Somma, centrale di ruolo, sa giocare sulla fascia destra, come ha dimostrato contro l’Atalanta. Ma a Mosca la gara è più delicata di quella di Bergamo: la Roma si gioca la qualificazione agli ottavi contro il Cska e la può conquistare, se vince (e il City perde con il Bayern), con un turno d’anticipo. A sinistra Holebas al posto di Cole che, dopo l’imbarazzante prestazione di sabato, non è presentabile. Difficile vedere la difesa 3, soluzione scartata in pubblico dallo stesso Rudi. Ma De Rossi, pure contro l’Atalanta, si è abbassato tra i due centrali Manolas e Astori: 5 in difesa.
ASSETTO VARIABILE - Garcia deve decidere il sistema di gioco. Ha due opzioni. La prima, provata nella ripresa, a Monaco contro il Bayern: 4-4-1-1. A centrocampo, nella ripresa, giocarono da destra Pjanic, De Rossi, Keita e Nainggolan. Possono cominciare proprio loro 4 anche contro il Cska. Davanti Totti e Gervinho. Per colpire in contropiede, come è successo nelle due azioni decisive contro l’Atalanta. Due ripartenze vincenti. In questo caso l’escluso sarebbe Ljajic che, anche a Bergamo, ha giocato nonostante avesse qualche dolorino (lo ha chiarito il tecnico giallorosso a fine gara). Con la conferma, invece, del 4-3-3, probabile la rinuncia in partenza a Pjanic, con il tridente qualità composto da Gervinho, Totti e Ljajic. Il primo sistema di gioco è sicuramente camaleontico: avanzando Pajnic da esterno destro sivede il 4-3-3, arretrando Gervinho il 4-1-4-1, con Totti prima punta e De Rossi davanti alla difesa. Proprio il modulo con cui la Roma ha concluso la partita di sabato.