CORSERA (L. VALDISERRI) - Mai lontana dalle polemiche, la Roma sa da sempre come complicarsi la vita. La trasferta di Mosca non ha fatto eccezione. Sul campo. Prendendo il gollonzo al 93’ contro il Cska i giallorossi hanno bruciato un bel vantaggio: qualificarsi sicuramente anche con un pareggio nell’ultima gara del girone, il 10 dicembre, all’Olimpico, contro il Manchester City. Fuori dal campo. Il sito di gossip russo Super.ru ha pubblicato l’indiscrezione, con tanto di foto, della visita di un gruppo di giocatori giallorossi a uno strip club, a tarda notte. Una «goliardata», secondo il club. Un comportamento che non ha nulla di illecito ma che non è piaciuto ai tifosi.
All’Arena Khimki si è vista una Roma capace di andare in gol, di creare due altre clamorose occasioni ma anche di ricadere in vecchi errori. Il problema non è essere arretrati troppo — il gol dei russi nasce semmai da un pallone che doveva essere giocato all’indietro anziché in avanti — ma non riuscire più a far partire l’azione «pulita» dalla difesa. Un dato della gara di Mosca è significativo: 49 respinte contro le 12 dei russi. Soprattutto nella ripresa la Roma ha calato il possesso palla e il Cska ha potuto attaccare con continuità, anche se con scarsa pericolosità. Il problema è che è partito il vero pericolo nell’ambiente romano: lo scaricabarile. La difesa di De Sanctis («Quella situazione non doveva esistere. Al 92’ e 50” dovevamo tenere palla. Se mi volete tirare in mezzo su questa cosa mi arrabbio parecchio, perché non c’entra la reattività e avevo tre difensori davanti») non ha fatto piacere a molti compagni. Tanto che il portiere, ieri, ha detto all’Ansa: «Avendo rivisto la partita, e in particolare l’azione che ha portato al pareggio del Cska, devo correggere il pensiero espresso subito dopo la gara e assumermi precise responsabilità; avrei potuto intuire che la palla sarebbe potuta passare e intervenire di conseguenza».Garcia è finito sotto accusa per aver fatto entrare in campo Strootman, ancora lontano dalla miglior condizione, e proprio l’olandese, con Iturbe, ha perduto il pallone decisivo. Negli spogliatoi Kevin, sconsolato, è stato rincuorato da molti compagni. Dopo aver criticato Ljajic per mesi, adesso che il serbo sta giocando benissimo, la critica tra radio e social network dubita di Gervinho (non segna in trasferta dal 22 marzo, Chievo-Roma 0-2) e crede che 28 milioni per Iturbe siano stati una follia. È finito nel mirino pure il d.s. Sabatini per gli acquisti di Paredes, Uçan e Sanabria, mai utilizzati.
Non ha aiutato la ricostruzione del dopo partita. I giallorossi sono tornati in hotel ma, attorno alle 2 di notte, sono usciti in taxi per girare la città. Dopo qualche foto sulla piazza Rossa, alcuni giocatori si sono recati al «Gold Egoist». Il sito ha pubblicato una serie di foto, giocando anche sull’equivoco: alcune erano state scattate in albergo (Totti), altre sulla piazza Rossa (De Rossi, Astori), altre ancora all’ingresso del club (Borriello). Nella «mischia» del pettegolezzo, così, sono finiti un po’ tutti, dai giovani come Nainggolan, Ljajic, Strootman, Iturbe, Pjanic agli anziani, compresi alcuni dirigenti. De Rossi, secondo il sito, ha raccontato: «Volevo fare una passeggiata, poi alcuni compagni hanno deciso di venire qui ma non ho fatto niente di male, non ho nemmeno bevuto». Dichiarazioni vere o di fantasia? Quando vengono sparate sui social network non importa più. A Mosca, dopo una certa ora, i locali aperti sono solo quelli, anche per chi vuole bere una Coca Cola, e chi cerca qualcosa di segreto non va in giro con la tuta della Roma. È vero anche, però, che Garcia, a inizio stagione, aveva avvisato: «Bisogna fare bene l’allenamento “invisibile” per giocare ogni tre giorni». Anche con la gestione Luis Enrique, dopo una sconfitta in Coppa Italia contro la Juve, una festa troppo «agitata» creò un problema. In una frase: si poteva evitare.