Pallotta «democratico» per interesse

09/11/2014 alle 09:49.
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IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Ventiquattro ore di pura politica lobbista intorno al progetto dello Stadio di . Se venerdì sera il presidente giallorosso James Pallotta (noto sostenitore repubblicano in America) era attorniato da tutto il suo staff alla cena del Pd di Renzi, ieri, in Campidoglio da Marino si è presentato da solo. Pochi minuti prima di mezzogiorno, Pallotta ha percorso a piedi la salita di San Pietro in Carcere i ed è rimasto oltre un’ora e mezza a colloquio privato con Marino e gli assessori all’Urbanistica, Caudo, e al Bilancio, Scozzese. Per poi trasferirsi in Terrazza Caffarelli dove fra un brindisi iniziale a base di succo di mirtillo come a New York, un tortino di zucca e porcini, un raviolo ricotta e spinaci e un filetto, si è concluso il giorno politico del patron giallorosso.

Il colloquio di ieri, di fatto, prosegue quello iniziato la sera prima alla cena del Pd, quando Pallotta, seduto al tavolo del gruppo Parsitalia, è stato letteralmente «puntato» dal premier Matteo Renzi: grandi abbracci, sorrisoni, saluti e la rassicurazione di Renzi che ha garantito Pallotta del pieno appoggio sullo Stadio. Il progetto, d’altronde, gli è già stato illustrato da Marino e il premier sembra abbia apprezzato. Una presenza, quella di Pallotta alla cena del Pd, che ha generato qualche mal di pancia: i 5 Stelle parlano di «problema di opportunità», mentre Cicchitto (Ncd) auspica una «distanza» fra il calcio e la politica, e Pomarici (Lega e grande tifoso giallorosso) dopo «rabbia e dispiacere» per la cena, ha invitato Pallotta «a partecipare al tradizionale concerto di Natale che organizzerò nel mese di dicembre».

Ieri, secondo quanto il Sindaco ha dichiarato al termine del pranzo, è stata esaminata «tutta la tempistica» del voto in Consiglio comunale e «anche i passi successivi». Con maggiore prudenza, rispetto alle dichiarazioni rese nei primi tempi, Marino ha espresso «la speranza di arrivare entro i primi sei mesi del 2015 a porre la prima pietra per la costruzione dello stadio». Tecnicamente, domani si riunirà la conferenza dei capigruppo per calendarizzare la delibera. E, non a caso, al pranzo di ieri, era presente anche il presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti.

Dice ancora Marino: «Ho chiesto se fosse possibile invertire l'ordine del giorno dei lavori» e discutere subito dello Stadio e poi delle Unioni civili, perché «avere avviare i lavori per lo stadio significa dare possibilità di lavoro a 3mila persone». Non ci saranno barricate da parte di Imma Battaglia - storica esponente del mondo Lgbt e consigliera comunale - che, a stretto giro, ha risposto positivamente alla richiesta del Primo cittadino. E Coratti, di rimando: «Lunedì ci sarà la Capigruppo in cui organizzeremo i lavori che vedranno una parte dedicata alla manovra urbanistica con all'interno la delibera legata allo stadio, per poi passare all’assestamento di Bilancio». A occhio e croce, quindi, entro fine novembre si chiuderà definitivamente questa fase cui seguirà prima la redazione e il deposito dei progetti definitivi da parte della Holding e poi partirà il count down dei sei mesi concessi alla Regione per chiudere anche la Conferenza di Servizi decisoria.

Al termine del pranzo, Pallotta ha ribadito che lo stadio è «uno step per riportare la Roma dove merita di stare» e ha chiarito la questione «match al Colosseo»: «Il mio sogno - ha detto il bostoniano - non è necessariamente vedere un incontro nel Colosseo. Ma penso sia un'opportunità far svolgere partite tra le squadre top europee in posti come il Circo Massimo allestito per quello scopo. Nel Colosseo magari si possono fare eventi più piccoli da trasmettere in tutto il mondo i cui proventi potrebbero andare ad una fondazione per restaurare le antichità di Roma».

Proposta che ha incontrato il favore del coordinatore della maggioranza in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo: «Lo spirito di Pallotta è sicuramente positivo, anche se è evidente che la proposta deve essere valutata approfonditamente dal Ministero. Perché immaginare di usare il Circo Massimo, come avvenuto negli ultimi anni per eventi culturali, musicali e politici, come un potenziale, ricchissimo salvadanaio da spendere per la stessa tutela del nostro immenso patrimonio non è affatto un delitto».