Lo stadio che salverà Tor di Valle

20/11/2014 alle 11:23.
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IL TEMPO (A. SERAFINI, F. MAGLIARO) - Di prostitute ne abbiamo contate un congruo numero, tanto di mattina quanto di pomeriggio. Un numero inferiore solo a quello delle buche sulle strade e dei cumuli di immondizia sparsi ai bordi delle stesse. Il degrado avvolge come una cappa l’intera area dove dovrebbe sorgere lo a che potrebbe essere la salvezza o l’eterna dannazione di tutta la zona. Le macchine alternano il passo d’uomo in colonna con con una lenta marcia fra seconda e terza. Ed è questo, forse, il cruccio primario che affligge chi qui ci vive e ci lavora.

«L’asse via del Mare/via Ostiense è sofferente già oggi - dicono i negozianti - e, se dal punto di vista del commercio l’apertura dello Stadio per noi rappresenterà un volano, da quello della viabilità siamo decisamente preoccupati. Queste strade non possono essere oggetto di un piccolo intervento, ma devono essere fatte a regola d’arte, altrimenti qui, soprattutto al momento dell’uscita dallo Stadio dopo una partita, saremo in un inferno di lamiere».

Chi è interessato all’acquisto di una casa o di un negozio fra quelli in costruzione nella zona - tanto che gli uffici vendite delle varie società immobiliari qui eguagliano quasi le prostitute che bazzicano i cigli delle strade - farebbe bene a sbrigarsi: i prezzi stanno aumentando. «Sa - dicono - fra qualche anno qui ci sarà lo Stadio, i parcheggi, l’area commerciale e la nuova metro, quindi i prezzi sono destinati a salire». E, a proposito della metropolitana, abbiamo buttato un’occhiata alla misera stazione di sulla Roma-Lido di Ostia, quella, per intenderci, dove, secondo i progetti del Comune, dovrebbe attestarsi il trenino che porterà al futuro impianto. L’impressione dall’esterno è pessima: abbarbicata in rilievo, con vista sul desolatamente vuoto scheletro dell’Ippodromo, dovrà subire un restyling molto corposo anche e soprattutto per l’attraversamento pedonale in direzione Stadio. Chi frequenta l’Olimpico sa quanto sia lungo e periglioso transitare in macchina o attraversare la strada. Lì, con le quattro corsie di oggi, fra via del Mare e via Ostiense divise dal guard rail nel mezzo, si rischia di creare un ingorgo infinito e un grave rischio per i tifosi.

Intanto, negli ultimi sei mesi, sono già stati aperti ben cinque nuovi bar e i tre centri commerciali limitrofi all’area del (futuro) impianto non temono la concorrenza. Anzi. «A nostro giudizio - spiegano i direttori dei centri di Torrino, Decima e Mezzocammino - non c’è il rischio di saturazione della zona. Tuttavia ci opporremo all’ipotesi che nell’area commerciale dello Stadio venga creato un centro di vendita di alimenti. Vanno bene tutti i tipi di esercizio commerciale, ma un altro supermercato no».

Anche le chiacchiere con i (pochi) residenti in zona lasciano trapelare l’idea diffusa che lo Stadio potrà solo che essere un bene - «anche perché peggio di così…» sospirano alcuni anziani - purché sia fatto come si deve e non l’ennesima cattedrale nel deserto come tante altre grandi opere romane degli ultimi decenni.