LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - L'acquisto più importante del mercato estivo romanista ancora non ha dimostrato di poter fare la differenza, tra problemi prima d’ambientamento, poi fisici. Ma Iturbe non è certo il tipo che ama nascondersi, autocritico e sincero fino al paradosso. «La mia qualità? Adesso sono una pippa — l’ammissione accompagnata da una risata a Roma Radio — diciamo che con questo infortunio non ho avuto ancora l’opportunità di dare il meglio. Parlare con la squadra e il mister mi aiuta però a migliorare».
D’altra parte nel pre-campionato Garcia era stato piuttosto chiaro, chiedendo all’ambiente di non aspettarsi troppo da questo giovane talento, arrivato tra mille aspettative, ma ancora fragile e da proteggere. «Io non mi sento un campione, ancora, mi mancano tante cose perché non ho giocato molto quest’anno, ma penso comunque di fare tante cose bene. Devo imparare a dare un po’ di botte anche io, visto che ne prendo tante». Garcia sta pensando di confermarlo domani sera, contro il Torino. Lui non ci pensa, si allena e si diverte a parlare dei compagni. Sempre con sincerità. «Il giocatore del quale avevo un’idea diversa è Totti. Quando non ero alla Roma non mi sembrava un uomo buono, poi qui mi sono reso conto che è una grande persona, fuori e dentro il campo. Gervinho ha come qualità la corsa, Destro non parla tanto ma segna. Borriello è il più simpatico, Nainggolan il più rompiscatole».
Iturbe si gioca una maglia con Ljajic, mentre Destro dovrebbe partire dalla panchina. Intanto sono ore di impegni legati alla costruzione dello stadio, per Pallotta, che ieri sera ha incontrato in centro il costruttore Parnasi, che dovrebbe realizzare l’impianto, e poi si è presentato a sorpresa alla cena di autofinanziamento del Pd al Salone delle Tre Fontane dell’Eur, con Matteo Renzi. Cori e applausi all’arrivo del numero uno romanista, la cui presenza non era annunciata.