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LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Come una cena di gala, le coppe europee impongono un dress code rigidissimo. Quello di Roma e Inter, sedute quest’anno per la prima volta da anni al tavolo di Champions e Europa League, ha però convinto poco l’organo di controllo dell’Uefa. Questione di numeri: quelli del bilancio dei due club stonano fin troppo con i parametri imposti dal financial fair play. Per questo a Nyon, insieme alle altre indisciplinate di tutta Europa, dal Liverpool al Monaco, sfilano in queste ore con i libri contabili sotto braccio anche Pallotta e Erick Thohir. Oltre 60 milioni di «rosso» il primo, quasi 200 il secondo, altro che i 45 previsti dalle norme. Numeri in gran parte ereditati dalle gestioni Sensi e Moratti, ma che impongono il monitoraggio. E il probabile rinvio alla commissione disciplinare. Entro maggio le eventuali sanzioni: dalla semplice multa alla riduzione dei giocatori nella lista Uefa e fino alla limitazione delle spese sul mercato.