GASPORT (A. PUGLIESE) - Se resterà a Roma altri dieci anni o meno, come ha assicurato pochi giorni fa, lo si vedrà strada facendo. Di certo, per ora, c’è che nelle sue prime dieci partite di questo campionato Adem Ljajic è riuscito nell’impresa di dare una bella spallata a tutte le ombre ed i dubbi che gli giravano intorno da un po’. «Ma io sono 18 mesi che dico che ha tantissimo talento», puntualizza alla fine Rudi Garcia, che ieri è stato ripagato dalla punta serba con un gol e un assist.Un gol, tra l’altro, che gli permette di diventare il miglior marcatore della Roma in campionato: 4 reti, proprio come Destro, ma con una media gol migliore del marchigiano (uno ogni 145’ contro i 149’ di Mattia). Per uno che lo scorso anno era abituato a sentirsi dire che non era mai decisivo, è già un bel traguardo.
Rabbia e classe - Tra l’altro, i suoi 4 gol Ljajic li ha segnati tutti nelle ultime sue sette partite, sintomo di un momento di forma eccellente e di una brillantezza mentale che lo aiuta. «Mi fa sempre piacere fare gol e aiutare la squadra — dice lui a fine partita —. Siamo venuti qua sapendo che questo campo è molto duro per ogni squadra e che avremmo dovuto metterci tutta la nostra forza per cercare di tornare a casa con una vittoria. Era una partita difficile, ma siamo riusciti a portarla a casa alzando il ritmo. Dopo il gol è uscita la nostra rabbia e la qualità di ognuno di noi». Già, in particolare la sua, con quella sua classica giocata che ha tolto le castagne dal fuoco: mirino su Bellini, finta, rientro al centro e destro a girare. Chapeau, l’anticamera dell’assist per Nainggolan, quello che ha deciso la partita. «Tecnicamente Adem è un giocatore di un’altra categoria, adesso sta migliorando anche sul piano della continuità — dice Radja, quasi ringraziandolo del regalone —. Ci sono state tante critiche nei suoi confronti, lui è stato a bravo a rispondere sul campo».
Senza pause - Anche se ci ha sempre creduto, adesso Garcia sa comunque di avere una risorsa in più sul fronte offensivo. Soprattutto nel momento in cui Iturbe va ancora a strappi. «Ma lì davanti siamo tanti e tutti forti, è il mister che deve decidere — continua Ljajic —. Noi siamo un grande gruppo, dentro e fuori il campo. Certo, avere continuità mi dà sicuramente fiducia e mi aiuta a fare la differenza, ma queste restano comunque scelte che spettano all’allenatore. Io ho dato il massimo, come faccio sempre. E quando sto bene so che posso aiutare la squadra». Succederà sempre più spesso e sarà una risorsa in più nella sfida alla Juventus. «Ma io penso solo alla Roma. Se facciamo bene possiamo vincere con tutti».