L’Africa è la sua terra. Quando parte per la Costa d’Avorio, Gervinho è felice. Si sobbarca tante ore di volo, difende i colori della sua nazionale, poi torna carico per la Roma. Potrebbe essere così anche stavolta: dopo il gol segnato alla Sierra Leone, mercoledì affronta un impegno molto più duro contro il Camerun, sempre ad Abidjan. Non dovrebbero esserci problemi per la qualificazione, purtroppo per la Roma che perderà per un mese il suo velocista anarchico a gennaio.
Ma il buon umore può aiutare Gervinho ad essere più efficace per la Roma. Ieri Garcia ha spiegato l’importanza di questo giocatore all’interno del suo gioco: «Anche se non segna molti gol, costruisce tanti assist. E poi dovete considerare il penultimo passaggio». A volte non si entra nei gol soltanto con il tiro vincente o con il ricamo di una rifinitura, che sono visibili e spesso spettacolari, ma anche gettando le basi per un’azione eseguita alla perfezione: «Tre volte su quattro in una nostra rete c’è». Nell’arte in questione Gervinho, come Totti, è strabiliante. «A uno come lui non rinuncio volentieri negli ultimi 16 metri» ricorda l’allenatore che però a Bergamo potrebbe “costringerlo” a riposare: tornando a Roma soltanto giovedì, dopo due partite giocate in nazionale, Gervinho potrebbe non essere al massimo della condizione. Anche dopo le precedenti soste, sia a settembre che a ottobre, è andato in panchina per poi essere pieno di vitalità in Champions League. Sarà così anche per la doppia trasferta Bergamo-Mosca.
Ai gol comunque Gervinho tiene molto. Lo sta cercando spesso, sia in campionato che in coppa. E gli manca. In serie A addirittura dalla prima giornata, quando ha chiuso la partita con la Fiorentina a tempo scaduto (2-0). In Champions dall’andata contro il Bayern, quando si tolse la soddisfazione di battere il mostro Neuer sul risultato di 0-5. Dunque da un mese Gervinho, capocannoniere europeo della squadra con tre gol grazie alla doppietta rifilata al Cska, non segna con la maglia della Roma.
(corsport)