IL MESSAGGERO - Sincero? Sì, forse pure troppo. Ma viva la sincerità, no? Mattia Destro, richiamato da Conte in Nazionale («è il sogno di tutti»), è una sentenza sotto porta e davanti ai microfoni, in questo caso del canale del club, Roma Radio. «Fare gol, per un attaccante, è la vita. Ci penso ogni minuto della giornata, quando scendo in campo, segnare è la cosa primaria. Poi c’è la vittoria della squadra. Far gol e far vincere la squadra è la cosa più importante». Insomma, se la Roma vince e Destro segna sono tutti felici. Non che sia proprio un atteggiamento di uno che fa squadra, però è il pensiero di qualsiasi attaccante o giocatore - per dirla alla Garcia - che pensa a se stesso. Del resto: Destro se fa gol, lo fa per la Roma. Il problema è che quando non lo fa, si incupisce. Destro è uno - a detta di molti - poco simpatico, nell’intervista al canale romanista, spiega anche perché quella camminata strana, un po’ ciondolante. «Tanti dicono che ho un carattere difficile. Quello è il mio modo di camminare, non posso farci niente. Ti arrabbi quando non ti passano il pallone? Le mie facce non le mostro con cattiveria, ma voglio solo far gol. Mica posso sorridere se non mi passano il pallone...». I gol, le sirene straniere. Il futuro si chiama Roma, per ora. «L’Arsenal? Sono voci, ma fanno piacere, significa che si sta lavorando bene. Garcia? Mi stimola molto».
CASTAN SI RIAPPELLA A DIO Ieri a Trigoria partitella in famiglia per pochi intimi, poi rompete le righe e ripresa del lavoro lunedì. Mercato terzini: Il nome di Adriano - oltre a Darmian e Pasqual - è in cima alla lista, piace molto anche Bruno Peres del Torino. Seguito attentamente Maxime Lestienne del Genoa, che però non è un terzino. Qaunto a Castan. Quando tornerà? Il suo tweet stavolta è meno speranzoso. «Quando tutto sembra contrario, Dio mi incoraggia a continuare!!! Dio è buono in ogni tempo, Dio è buono!!!».
SABATINI E BALDINI James Pallotta, per ristrutturare il debito del club, sta valutando la creazione di una newco, una società controllata dalla Roma, dove far confluire passività e asset come garanzia del debito. Il ds Sabatini, in un’intervista al canale tv giallorosso, ha confessa che «se fosse rimasto Baldini, sarei andato via io. C’era bisogno di una vittima in più».