GASPORT (D. STOPPINI) - Non sarà certo per le frasi di Daniele De Rossi che ieri il sindaco Ignazio Marino è effettivamente andato a Tor Sapienza. È invece proprio per le parole del centrocampista all’amico Emanuele Mancini che ieri si è scatenata la caccia al giocatore della Lupa Castelli Romani, vecchio compagno di De Rossi, al quale il romanista ha voluto dedicare il traguardo delle 100 presenze in azzurro: «Il primo pensiero va al mio amico Emanuele che gioca in Serie D. È un calciatore meraviglioso, con cui sono cresciuto nelle giovanili della Roma». Mancini ha preferito restare in silenzio. Non vive un momento semplice: dopo il menisco di un ginocchio, ora è fermo per la rottura del crociato dell’altro. Forse è anche per questo che De Rossi da Coverciano si è ricordato di lui. I due si sono sentiti nel pomeriggio, Emanuele ha ringraziato l’amico. Tra i due c’è un legame profondo: compagni nelle giovanili della Roma, De Rossi ha pure un tatuaggio sulla spalla che ricorda Emanuele e la compagna Barbara.
Daniele e la periferia Un pezzo di cuore, insomma. E poi c’è la ragione, con la quale De Rossi ha affrontato il tema Tor Sapienza: «Il giudizio su Marino lo tengo per me, è meglio. Di sicuro dovrà essere lui a cercare di risolvere i problemi della città, spero che lo faccia in fretta. Tor Sapienza? Una situazione prevedibile. Mancano fondi che aiutino chi ha il diritto di stare lì, gli extracomunitari e i romani che si sentono circondati, ma non dovrebbe essere così. Spetta più che mai ai politici andare sul territorio e prendere di petto la situazione».