IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Balotelli l'ho convocato perché...». Come il più classico dei refrain, tutta la spontaneità di Conte. E', però, la risposta all' ultima domanda della conferenza stampa dedicata al ritorno in azzurro del centravanti del Liverpool, cinque mesi dopo l'eliminazione dell'Italia dal mondiale.E la replica è a vuoto. Gli hanno chiesto le gerarchie tra i 5 attaccanti e non i motivi della chiamata a sorpresa. Antonio ha in testa solo la Grande Novità. Da rendere accettabile pure senza il principio della meritocrazia che oggi non appartiene a Super Mario con i Reds. Lì Rodgers già pensa al sostituto da prendere a gennaio. Qui, almeno mediaticamente, è di nuovo sotto i riflettori, candidato a trovar spazio domenica a Milano contro la Croazia. Non per il ct che lo spoglia dall'abito di leader che gli aveva cucito addosso Prandelli prima di volare in Brasile: «E' uno dei tanti».
MINIMI TERMINI - «Dopo il gol all'Inghilterra era il salvatore della Patria e adesso nessuno lo vuole. Di cose ne ho ascoltate tante. Non mi è mai piaciuto, però, andar dietro al sentito dire.Voglio essere io a valutarlo». «Mi ha detto che vuole testarlo»ha rivelato Tavecchio. «Il nostro non è un buon momento, per gli infortuni e altro». Il ct ha dovuto rinunciare a due punte: Osvaldo e Insigne. Ma ha poi escluso Destro, chiamato nelle precedenti due convocazioni. Eppure ha segnato il doppio dei gol di Balotelli: 4 in 11 gare per Mattia, 2 in 14 per Mario, ancora a digiuno in Premier. «Azzeriamo il passato» disse Conte, durante il primo colloquio con il gruppo.
GRUPPO TIMIDO - Se Balotelli ammette di essere molto felice e passa la giornata con El Shaarawy, i compagni non hanno mostrato lo stesso entusiasmo rivedendolo a Coverciano. Buffon e De Rossi lo criticarono pubblicamente a Natal. Da protagonista assoluto a signor nessuno. Così lo vuole Conte che, al telefono, lo ha avvertito prima di chiamarlo (il centravanti non twitta dal 28 agosto): «Balotelli è un calciatore normale. Può giocare, andare in panchina o in tribuna. E' uno dei ventisei. Deve fare le cose che voglio. Qui ci sono porte girevoli: vieni una volta e non ci torni più. Un mese fa mi chiedevate perché non l'avevo convocato. Ora il contrario. Noi stiamo cercando di costruire qualcosa: la qualificazione e un buon Europeo. Devo scoprire se ha affinità tecniche, tattiche e comportamentali con il mio calcio. Lui comunque è titolare nel Liverpool e qui tanti non lo sono nei loro club. Forse è meglio che non arrivi in un momento per lui positivo. Come Cerci: erano patrimoni in Italia, ma all’estero sono in difficoltà.Voglio capire se sono utili. Escluderli a priori sarebbe sciocco. Lo sponsor ha voluto Mario qui? Sono soltanto chiacchiere».
DIETRO A TUTTI - «Abbiamo bisogno di continuità e qualità. Di migliorare. Se convochiamo chi fa solo tre minuti in A, l'Italia diventa di tutti. Okaka, Quagliarella e Matri vanno bene, ma scelgo io. Balotelli deve dimostrarmi che può stare con noi. Se non sarà così, ce ne faremo una ragione. A 24 anni ha già giocato Europeo e mondiale. Non è l’ultimo... Ha esperienza. Gli altri 4 mi hanno dato risposte importanti e, avendo già lavorato con me, partono avvantaggiati». E contano i gol: Pellè ne ha segnati 9, Immobile 6 e Zaza 3. «Con entusiasmo e passione può rimontare». Super Mario è stato tra i primi a presentarsi. Alle 11: l'appuntamento era a mezzogiorno. In Inghilterra ironizzano su Conte e raccontano la notte di Balo in discoteca: «Quando ero nei club, finita la partita, ognuno si comportava come meglio credeva. Si ingigantisce tutto e a me dispiace per lui. Io lo valuterò in questi giorni. Se non gioca con la Croazia, resta per l'Albania. Le regole sono ferree, non transigo. Ma non è una sfida personale: visti i precedenti, non dovrei essere ottimista».