GASPORT (A. PUGLIESE) - Alla fine sono i due a cui Garcia aveva chiesto un sforzo in più. Fatto di corsa, ma anche di ripiegamenti difensivi e di coperture. Alla fine, nel freddo di Mosca e con una Roma che ha provato a scaldarsi solo a tratti, sono anche i due tra i più positivi. Perché Florenzi ha giocato (ufficialmente) per la prima volta da terzino destro, mentre Ljajic doveva abbassarsi e coprirlo. Lui o Holebas, a secondo di come si scambiava con Gervinho e su che fascia andava a giocare. «Penso di aver fatto bene e di aver assolto un po’ a tutti i compiti che mi ha chiesto Garcia — dice Adem —. Dovevo aiutare i terzini perché sapevamo che loro attaccano molto sulle fasce. Ho dato il massimo, per me è importante questo».
DOUBLEFACE Già, anche se a conti fatti non è bastato neanche quello. Non è bastata la voglia, non è bastato il sacrificio, non sono bastate le coperture. «È stata una grande beffa, ma ce lo siamo quasi meritato perché nel secondo tempo non siamo stati la Roma del primo — dice alla fine Florenzi —. Ci siamo messi tutti dietro e non siamo riusciti a tenere bene il pallone ed essere corti. Dispiace, perché prendere gol a pochissimi secondi dalla fine fa veramente male». Già, soprattutto poi se ti sei fatto un mazzo così, hai corso e rincorso, sacrificandoti in un ruolo non tuo. Almeno non dai tempi di Crotone, se non per qualche piccolo intervallo nella tournée americana di questa estate. «Cerco solo di dare il meglio per la squadra e fare ciò che mi chiede il mister. Era andata bene fino alla fine. Se fossimo stati la stessa Roma del primo tempo, questa partita sarebbe finita due o tre a zero. Per battere il Manchester servirà quella Roma lì».
ORA IL CITY Già, il Manchester. Le beffe arrivano sempre una dietro l’altra. Così dopo il gol preso a 19 secondi dalla fine a Mosca, è arrivato quello in pieno recupero di Aguero a Manchester. Peggio di così non poteva andare, anche se gli occhi di Ljajic alla fine restano luccicanti. «Abbiamo dimostrato di potercela giocare ad armi pari — ancora Adem —. Hanno giocatori che ti possono far male, ma anche noi possiamo farglielo. Siamo più forti, possiamo vincerla questa partita». Sopratutto poi se lui continuerà a giocare a questi livelli. È un Ljajic diverso, impreziosito, sicuramente più efficace del passato. «Adesso dobbiamo solo pensare all’Inter, questo è un pareggio che fa male, soprattutto per come è arrivato — continua il serbo —. Pensavamo che la partita fosse finita, potevamo ottenere una vittoria importantissima. L’errore di De Sanctis? Non so se è stato un errore suo, so che non siamo abituati a dare la colpa a nessuno. Abbiamo preso gol, basta. Magari dovevamo chiudere la partita prima, io e Radja abbiamo avuto occasioni importanti. Ma il calcio è così, un giorno segni e l’altro no, è bello anche per questo». Le stesse occasioni che chiama in causa il d.g. Baldissoni: «Averle avute significa aver fatto bene. Ora non dobbiamo fare un dramma, la qualificazione ce la giochiamo in casa».
FUTURO NUOVO Il bello di ieri, è che Ljajic e Florenzi hanno dimostrato di poter cambiare ancora una volta volto. Se di Florenzi si sapeva, Adem è stata una bella scoperta. Adesso Garcia sa che può contare anche su soluzioni nuove, magari da riproporre al momento opportuno. Di certo, visti i risultati, il francese tornerà alla carica e chiederà ancora uno sforzo in più, un altro sacrificio. Sia a Florenzi, sia a Ljajic. Vista la partita di ieri, il risultato è dietro l’angolo. Quasi assicurato. Almeno come prestazione, per quello del campo servirà più attenzione.