GASPORT (A. PUGLIESE - D. STOPPINI) - A volte il bicchiere va vi sto mezzo pieno. Così se l'attacco ha chiuso per la prima volta nella stagione con le polveri bagnate, la difesa giallo rossa ieri si è buttata alle spalle la serataccia di Champions ed il ricordo di quei sette gol europei. Certo, Okaka, Eder e Gabbiadini non sono Robben, Goetze, Muller e Lewandoski. Ma, a conti fatti, ha ragione Rudi Garcia, tranne l'occasione di Okaka su calcio da fermo, la Roma ieri non ha rischiato mai di prendere gol. E dopo i sette schiaffi del Bayern, è comunque un bicchiere mezzo pieno. «Abbiamo voglia di cancellare il Bayern e di dimostrare che ci siamo», aveva detto prima del la partita Davide Astori. Obiettivo centrato a metà do ve la metà è, appunto, quel bicchiere mezzo pieno.
Orgoglio - Del resto, tutta la Roma si augurava di uscire dalle tempeste europee proprio qui, a Marassi, contro quella Sampdoria che storicamente (anche se a campi in vertiti) aveva già lenito le ferite di Manchester, sette anni prima. «Ma noi non dobbiamo dimenticare certe sconfitte co sì pesanti, ma farne tesoro. Reagendo con uno scatto d'orgoglio», dice il d.g. Mauro Baldissoni. Per quanto riguarda la tenuta difensiva, lo scatto d'orgoglio c’è stato. «Abbiamo difeso bene», chiosa Garcia, che nel mirino piuttosto ci ha infilato l’attacco e la produzione offensiva.
Ricominciamo - E Yanga Mbiwa è l’espressione migliore di una difesa che a Genova ha trovato il modo di riscattar si. A qualcosa, evidentemente, quel ripasso sull’aereo degli errori contro il Bayern sarà servito. «Non concedere reti era la nostra priorità, oltre al fatto di ritrovare la fluidità di gioco — ha detto il centrafri cano di passaporto francese —. Ecco perché sono soddi sfatto, non solo della mia prestazione, ma di quella di tutta la squadra. Siamo soddisfatti, non era facile giocare su un campo come questo, contro la squadra terza in classifica. Il Bayern? Ce lo siamo messi alle spalle, ma non è giusto dire che stasera (ieri, ndr) quel match fosse nella nostra testa. Pensiamo partita dopo partita, competizione per competizione. Con questo approccio ogni discorso è possibile». Magari anche il suo riscatto, visto che da quarto centrale ormai l’ex Newcastle è diventato un riferimento: «A Roma sto bene — dice lui —. Intorno a me ho una bella squadra e grandi tifosi, ho un ottimo rapporto con tutti». Anche con Garcia, che su di lui non ha esitato a spendere una buona parola in estate quando c’era da completare la casella dei difensori centrali. E ora sarà interessante scoprire come gestirà la rotazione in quel reparto Garcia, visto che mercoledì con il Cesena tornerà a disposizione anche il greco Manolas, uno dei migliori prima della squalifica. Benedetta abbondanza, finalmente. Perché il duello con la Juventus è destinato a durare. Sempre che in autunno la Roma torni a marciare a colpi di vittorie, senza incagliarsi in una serie di pareggi come la stagione scorsa.