LA REPUBBLICA (S. FUMAROLA) - «Tuttora non so se ho talento, me lo domando anch’io. È quello che si vocifera ». Francesco Totti è disarmante. Il campione dell’anno, il fuoriclasse che a 38 anni col gol al Manchester City ha fatto sognare mezzo mondo, mangia una pizzetta nel camper fuori dallo studio di Tu si que vales, il nuovo show di Maria De Filippi, da domani sera su Canale 5. Per due puntate è il giudice della giuria popolare. Si parla solo di lui ma sembra che riguardi un altro, è simpatico e disponibile. Divertito, con la bacchetta magica regala tempo al concorrente stonato che canta Battisti. Pubblico impazzito, abbracci, processione per gli autografi. Lui firma.
Totti, l’attenzione continua del pubblico le pesa?
«In alcuni momenti mi fa piacere, quando vorrei stare da solo a farmi una camminata come una persona normale, mi pesa. Vado al cinema solo in certi orari, quelli della sala mi conoscono. Poi durante le proiezioni la gente viene a chiedere l’autografo. O fai l’ignorante oppure li accontenti, io non sono ignorante e parlo con tutti».
L’ultimo film che ha visto?
«Sette, otto mesi fa. Il titolo? Boh, dovrebbe chiedere a Ilary».
Cosa si prova a suscitare tanta emozione?
«Quella che provo io è sicuramente diverso dagli altri. Mi inorgoglisce quando in campo realizzo qualcosa che avevo pensato di poter fare. Quando riesce quell’azione per me vale doppio, e nello stesso tempo riesco a far innamorare la gente».
Per il gol segnato in Champions League le ha telefonato anche il premier Renzi.
«Mi fa piacere ma mi stupisce pure che con tutti i problemi che ci sono abbia pensato di complimentarsi con me… Però quando chiama un personaggio così ti gratifica. Nel 2006 quando mi sono operato Berlusconi venne a trovarmi in clinica. Lì per lì pensavo che fosse uno scherzo, prima di lui si presentarono sei o sette persone a Villa Stuart, si aggiravano ovunque, controllavano. Pensavo: che stanno a fa’? Erano della sicurezza. Due ore dopo è venuto lui».
Segue la politica?
«Sinceramente no, non mi interessa ».
Ma va a votare?
«Quando devo, voto. Non sono né di destra, né di sinistra né di centro».
Perfetto. In tv è molto disinvolto, non le piacerebbe, in futuro, fare un programma?
«Scherza? Guardi, io vengo da Maria De Filippi perché con lei ho un rapporto lavorativo bello. Voglio dire che non ci frequentiamo ma ci sentiamo, lei e Maurizio Costanzo sono due persone vere che portano sempre rispetto. Con Maria mi sento a casa, lei è tranquilla, socievole, mi mette a mio agio. Sono rilassatissimo e mi porta anche fortuna. Vado sempre a “C’è posta per te” alla prima puntata, e le cose vanno bene».
Ha sempre giocato nella Roma, si sarebbe aspettato a 38 anni di essere in corsa per vincere tutto?
«Il problema è che non abbiamo vinto niente finora. Momenti così belli li abbiamo già vissuti ma è il risultato finale quello che conta. Come si dice, i cavalli si vedono alla fine della corsa. Però quest’anno potrebbe essere quello giusto».
Immagina la sua vita dopo il calcio?
«Tanti calciatori quando smettono non sanno dove sbattere la testa. Il calcio ancora mi diverte, finché c’è la passione resta un obiettivo unico… Certo è facile parlare così adesso, domani, lo so, quello che farò sarà molto più difficile».
Gira voce che firmerà per un altro anno.
«Così dicono, ma finché non firmo…».
Si vedrebbe in futuro come allenatore?
«Adesso non mi ci vedo. Sono troppo buono, anche se ho visto gente come me che si è messa ad allenare ed è cambiata. Lo escludo ma chissà, forse dopo l’ultimo anno di attività...».
L’allenatore con cui si è trovato meglio?
«Mazzone per come mi ha cresciuto, ero giovane, e Zeman. Se non trovi l’allenatore giusto ti puoi rovinare: volevano che giocassi sempre, e più facevano così più Mazzone non mi faceva giocare. Con me era una chioccia. Sa, tanti allenatori sono persone di passaggio, non è che stanno a pensare al singolo».
Nello spogliatoio il capitano Totti incoraggia la squadra?
«Sono di poche parole, mi faccio sentire quando è il momento giusto. Non deve essere l’altro giocatore a spronarti, se no vuol dire che caratterialmente non sei pronto. Se un giocatore sbaglia un’azione o un rigore è diverso, certo che lo incoraggio».
Domenica c’è Juve-Roma: lei e Buffon, pur essendo capitani di due squadre avversarie, siete molto legati. Com’è nato il rapporto?
«È uno dei pochi amici che ho nel calcio, siamo cresciuti insieme dall’Under 14 fino a vincere il Mondiale insieme, l’unica pecca è di non aver potuto giocare nello stesso club. Ci è mancato poco che venisse da noi... È una bella persona, ci mandiamo i messaggi, non ci vediamo tanto perché non abitiamo nella stessa città».
A 38 anni il fisico di un atleta cambia, soffre per la dieta?
«Daje. Oggi mangio bene, non sono un mangione, ma ogni tanto sgarro».
E i famosi rigatoni che le cucinava Ilary?
«Erano 16: cinquanta grammi. Quando mangiavo male ho fatto proprio la dieta vera, mi sono messo sotto. Se prendi peso non stai bene con le gambe, perdi velocità. Fortunatamente Ilary è sempre a dieta».
In effetti ha un fisico perfetto.
«È bella quando si sveglia. Non lo dico perché è mia moglie, ma è bella vera, quando passa la vedi e ti giri ».
Che padre è?
(Ride). «Perfetto, li porto a scuola. Faccio tutto».
Suo figlio Cristian gioca a calcio, come fa a proteggerlo?
«Mi dà molto fastidio l’attenzione che si è creata, è un bambino e pensa a divertirsi, il nome per lui è pesante. Mi fermano tutti, lui è anche geloso, è normale. Però è buono come me. L’altro giorno è tornato a casa: “Papà, devi fare una foto per un mio amichetto di scuola e per la maestra”. Alla fine aveva 66 foto dentro la cartella con le magliette. Gli ho detto: Cri’, così no».
Ha un cantante preferito?
«Ascolto quello che capita. Cristian e Chanel sono innamorati dei Modà, mi hanno portato a dieci concerti. In macchina cantano: sanno tutte le canzoni a memoria ».