IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Champions presenta il conto alla Roma. Come se non fosse bastata la scoppola rimediata contro il Bayern Monaco, la squadra di Garcia paga dazio ed è costretta al primo pareggio in campionato dalla Sampdoria, restando a secco di gol come non le era mai accaduto in questa stagione.
Che non sarebbe stata una passeggiata probabilmente Garcia lo aveva capito un minuto dopo i tre fischi di Eriksson nella serata devastante di Champions. Perché c’erano da smaltire delle tossine emotive molto pesanti, le fatiche fisiche della partita infrasettimanale, ma anche perché l’ottima Samp di Mihajlovic non si ritrova terza in classifica a caso. Buon calcio, qualità, velocità e quella «cattiveria» che solo gli allenatori di un certo tipo sanno trasmettere. Poi c’era la sfilza di ex (e simili) pronti a dare quel quid in più per dimostrare al mondo che si sbagliava, che avevano ragione loro, oltre a un portiere che salva i suoi un paio di volte.
Il risultato è stata una bella partita con la Roma che ci ha messo un po’ a trovare il suo gioco, complici probabilmente anche le scelte tattiche di Garcia che cambia la «sua» squadra rinunciando alla qualità di Pjanic e alla velocità di Iturbe per inserire Florenzi in mediana con De Rossi e Nainggolan, mentre nel tridente c’è Ljajic a scambiarsi la fascia con Gervinho.
I calci d’angolo sono arrivati a raffica, il gol no. Come sempre la Roma sbaglia molto sotto porta, Gervinho tre volte ha avuto l’occasione per cambiare la serata giallorossa ma non è riuscito a sfruttare le occasioni: è però ancora una volta lui il migliore dei suoi.
Quando nella ripresa il fiato è iniziato a mancare, Garcia ha cambiato (forse aspettando un po’ troppo) e messo dentro tutta la qualità che aveva: Pjanic al posto di Ljajic prima, poi Destro per un Totti stanco e infine Iturbe per Florenzi. È aumentata notevolmente la spinta, ma non il risultato perché a quel punto la squadra di Mihajlovic aveva già intravisto il traguardo finale ed è riuscita a portare in fondo l’impresa: fermare al Marassi (un campo sul quale tutti soffriranno contro questa Samp) la prima in classifica. Già, perché con questo punto la Roma raggiunge in vetta la Juventus che oggi però può tornare a più tre vincendo in casa contro il Palermo.
Alla Roma serviva un segnale di ripresa dopo il ko in Champions e la risposta, almeno dal punto di vista emotivo, c’è stata eccome. È chiaro invece come la squadra di Garcia abbia pagato dal punto di vista atletico, ha giocato il suo calcio solo a sprazzi e ha concesso forse troppo a una squadra molto inferiore dal punto di vista tecnico: la differenza da quel punto di vista è davvero enorme. Ma il «gioco delle figurine» non sempre paga e per portar via punti da questo campo serve ben più del semplice blasone: serve voglia, cattiveria e tanto fiato... forse proprio quello che è mandato stavolta ai giallorossi che si ritrovano comunque in vetta alla classifica. E la strada è ancora lunga, molto lunga.