IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Cerco la prestazione, prima del risultato. Che è sempre la conseguenza dell'altra». Rudi Garcia, pur essendosi preso la totale responsabilità del flop storico con il Bayern, coinvolge adesso anche il suo gruppo, chiamato a riabilitarsi subito, stasera a Marassi, contro la Sampdoria. In passato, proprio contro il club blucerchiato, la Roma si è rialzata tre volte (le prime due per cancellare l'amarezza dell'uscita dalla Champions): dopo l'umiliante 7 a 1 dell'Old Trafford nel 2007, dopo l'eliminazione del 2009 contro l'Arsenal e, proprio con il francese in panchina (negli ottavi di Coppa Italia, però), dopo il 3 a 0 nello scontro diretto con la Juve il 5 gennaio scorso allo Stadium. La delusione del tecnico giallorosso è mirata all'atteggiamento dei giocatori durante la gara contro i campioni di Germania. Come se tutti avessero improvvisamente dimenticato i concetti vitali della sua idea di calcio: organizzazione e sacrificio. Se, prima del match di Genova, insiste tanto sul gioco e sul comportamento in campo, vuol dire che ha bocciato l'ultima performance. «La sconfitta di martedì non cancella niente di quello che abbiamo fatto. In campionato, a parte la gara di Torino della quale non parlo più, abbiamo vinto 6 partite su sette».
NUOVO ESAME La Sampdoria è terza con 15 punti, unica con la Juve a non aver ancora perso in questo torneo. Ferrero e Mihajlovic vogliono agganciare la Roma in classifica, confidando di trovare rivali quantomeno storditi. Garcia si sbriga a mettere le cose in chiaro: «Ovviamente il risultato è sempre importante. Sappiamo che qui sarà difficile, ma noi, come sempre, dobbiamo fare il massimo per vincere. Contro tutti ». Il francese dà l'impressione di aver accusato il ko in coppa, ma vuole trasmettere comunque energia alla squadra. «Nella vita non servono solo il bel tempo o le cose positive. Perché le grandi vittorie possono essere costruite sulle peggiori sconfitte. Abbiamo voltato pagina, adesso c'è il campionato. Non ha niente a che vedere con la Champions».
FLESSIONE ANNUNCIATA Garcia sbarca a Genova con due verifiche da fare. Una psicologica. La Roma, nel primo tempo con il Bayern, non ha saputo leggere il match. «Ho fatto due cambi quando ne sarebbero serviti undici. Nella ripresa abbiamo avuto una reazione orgogliosa. Potevamo fare altri due gol, per rendere il punteggiomeno pesante». L'altra, invece, fisica. Il francese, per la prima volta, ammette: «Contro il Bayern eravamo in uno dei momenti peggiori. Abbiamo avuto alcuni indisponibili negli stessi reparti e siamo arrivati con giocatori un po’ stanchi o che tornando dall’infortunio non erano al top». Niente alibi, però: «Non piango mai sui calciatori che non ho. Sono concentrato su chi c’è, la forza viva della Roma è questa. Abbiamo raddoppiato i posti nella rosa per essere competitivi. E Strootman sta tornando: gli mancano solo i contrasti. Il Bayern ha dimostrato di essere molto più forte di noima non come dice il risultato, per questo ho parlato di incidente. In Champions siamo ancora secondi. Sto facendo in modo di portare la Roma in alto il campionato e, piano piano, anche in Europa. Martedì abbiamo visto che la strada è ancoraun po’ lunga».