IL TEMPO (E. MENGHI) - Beffardo il risultato tanto quanto le parole di Guardiola, che fa passare il 7-1 per un incidente di percorso, un k.o. esagerato e poco veritiero. È pronto persino a scommettere che all’Allianz Arena sarà un’altra storia, meno amara per la Roma tanto elogiata alla vigilia per il bel gioco. La notte magica l’ha fatto sparire, eppure Pep non si è vantato della sua squadra, l’ha criticata, anzi, per aver allentato la tensione dopo aver segnato cinque gol: «Questo è un incidente – assicura – un’eccezione, non è normale vincere con questo scarto. Tra due settimane vedrete che la differenza non è questa. Noi dobbiamo ancora migliorare, i primi 20-25 minuti del secondo tempo non sono stati così perfetti, la Roma ha giocato un ottimo calcio. Siamo soddisfatti della vittoria, ora siamo più vicini alla qualificazione».
Gli dà ragione Robben, re della serata: «Dobbiamo restare umili e migliorare in tante cose». A sbugiardarli ci pensa Lahm: «È stata una notte straordinaria, non abbiamo mai giocato così bene». Guardiola respinge il paragone con il calcio totale dell’Olanda del ’74: «Mi sembra esagerato. La partita perfetta non c’è, nemmeno il primo tempo è stato impeccabile. Abbiamo giocato molto bene, poi ci siamo dimenticati di passarci il pallone e abbiamo lasciato De Rossi e Pjanic da soli: poteva essere pericoloso. Il risultato era chiaro, ma abbiamo sofferto un po’. Se lasciamo giocare la Roma, siamo morti». Anche in panchina era irrequieto e sbatteva le braccia sconsolato, mentre il tabellone diceva la verità sulla forza del suo Bayern, basata sulla capacità di gestire il pallone come pochi sanno fare. Il suo Barcellona in questo era simile, ma anche questo paragone lo rimanda al mittente: «Sono due squadre diverse, ma sono due grandissime società che mi lasciano fare quello che credo. La tecnica fa la differenza nel calcio. Passiamoci la palla, poi vediamo che facciamo dopo». Un «dopo» da sette gol è duro da digerire.