CORSERA (G. PIACENTINI) - Nella logica di un turnover che prevede con il Bayern Monaco il tridente Totti-Iturbe-Gervinho, nella gara contro il Chievo di domani pomeriggio all’Olimpico (ore 18, arbitra Calvarese) ci sarà una nuova occasione per Adem Ljajic. Strano destino quello del talento serbo, uno dei due calciatori nella rosa (l’altro è Mattia Destro) che ogni volta che scende in campo è chiamato a dimostrare qualcosa. Una lente d’ingrandimento costante che sarebbe un peso per tutti e che Ljajic si porta dietro dagli inizi della sua carriera.
«Ha talento ma non è continuo» il ritornello che lo perseguita, e che anche nella Capitale lo ha accompagnato fin dal primo giorno. Le sue prestazioni non sono state sempre all’altezza, ma Rudi Garcia – a differenza dei suoi vecchi (Delio Rossi, che dopo la rissa che gli costò la panchina viola, recentemente lo ha riabilitato definendolo «bravo ragazzo») e nuovi (Dick Advocaat ha deciso di non chiamarlo più in nazionale) tecnici – sembra aver trovato la chiave giusta per farlo rendere al meglio. Una fiducia non solo a parole ma anche nei fatti: su 6 gare di campionato Adem per 3 volte è partito titolare (a Parma ha realizzato il suo unico gol, valso tre punti), due volte è subentrato e solo a Torino è rimasto seduto in panchina. Domani toccherà di nuovo a lui in avanti, insieme a Destro che ieri è tornato a lavorare con il gruppo e con Florenzi. Recuperato De Rossi, che dovrebbe partire dalla panchina, ancora out Iturbe. Si è rivisto in campo Castan, il cui rientro è però ancora lontano.