GASPORT (L. CALAMAI) - «Mi ha dato fastidio vedere Garcia fare il gesto del violino. Vuol dire che a Roma gli hanno cacciato in testa un messaggio sbagliato». Giuan non ci sta. Il tecnico di Cusano Milanino ha letto l’intervista di De Sanctis. «Purtroppo in Italia il potente ha sempre ragione e gli si può concedere tutto» ha detto il portiere giallorosso, e la Juve è l’immagine del potere. «Con loro mai ad armi pari». Giovanni Trapattoni sospira. «La solita tendenza al vittimismo. La Juve vince spesso perché ha alle spalle una società forte e in campo grandi giocatori. Lasciamo in pace gli arbitri. Noi abbiamo alcuni tra i direttori di gara più stimati del mondo. La verità è che la Juve non gioca contro l’Inter, il Milan, il Napoli o la Roma ma contro tutta l’Italia che non è bianconera. È così oggi ed era così anche ai miei tempi». De Sanctis ha anche sottolineato, in tono polemico, la differenza tra i risultati ottenuti dai bianconeri in serie A e in Europa. «Io con la Juve ho vinto tutto a livello internazionale. Ma avevo sette undicesimi dell’Italia di Bearzot, un campione come Platini e il capitano e simbolo della nazionale polacca, Zibì Boniek. Oggi le nostre squadre di vertice non sono altrettanto competitive. Ma, lo ripeto, anche questo è un messaggio che tende a screditare i risultati dei bianconeri. Nessuno ha mai regalato niente alla Juve. Credete che sia stato facile ai miei tempi battere la Roma di Liedholm? E la Juve dei 102 punti di Conte ha avuto bisogno di aiuti? Ma questo tam-tam c’è sempre stato. Certo, anche la squadra bianconera a volte ha pescato un jolly. E’ successo anche a me di avere episodi arbitrali a favore, ma come dicevo ai miei: “Noi abbiamo in mano un mazzo di carte, non un mazzo di jolly”».
LA DIFESA FA MURO - Tra la vecchia guardia bianconera c’è chi si è offeso per le accuse di De Sanctis. E’ il caso di Sergio Brio. «Il portiere della Roma non deve mai avvicinare la parola “ladri” alla Juve. E’ una mancanza di rispetto per una grande squadra e per tanti grandi calciatori che hanno indossato la maglia bianconera. De Sanctis è un maleducato e un invidioso. Lui giocava nella Primavera della Juve ma solo pochi sono passati dal settore giovanile alla prima squadra. È ancora roso dall’invidia. Ecco perché ora attacca il mondo bianconero». Un altro difensore, Claudio Gentile, picchia duro. «De Sanctis dovrebbe chiedere scusa alla Juve e dovrebbe aggiornarsi. Vorrei ricordare al portiere della Roma che i bianconeri hanno vinto tutto in Europa e hanno disputato molte finali di Champions. Poi, le partite secche a volte hanno storie strane. Contro l’Amburgo ad Atene abbiamo perso ma se rigiocassimo quella gara altre nove volte alzeremmo per nove volte la Coppa. De Sanctis parla per invidia. E le sue parole gettano altra benzina sul fuoco di questa rivalità. E’ così che si combatte la violenza dentro gli stadi? La Juve ha vinto tanti scudetti perché era la più forte, altro che regalini».
LUOGHI COMUNI - Dino Zoff sbuffa. «Non commento le parole di De Sanctis». Poi, si sofferma sul rapporto scudetti Coppe. «Il portiere della Roma conosce la differenza di investimenti tra realtà come Real, Barcellona o club inglesi e le nostre squadre di punta? Ecco perché la Juve oggi fatica a primeggiare in Champions». Paolo Rossi, invece, va al cuore del problema. «Ormai è diventato un luogo comune che la Juve sia favorita dagli arbitri, dal Palazzo, dal potere. Lo dicevano anche ai miei tempi. Non è vero, ve lo posso garantire. L’ho sperimentato sulla mia pelle. Ma sono sicuro che non riuscirò a convincere nessuno degli anti-juventini. I cicli vincenti fanno parte del calcio. Pochi anni fa l’Inter ha dominato per un lungo periodo. Non è una questione di potere ma di giocatori forti».
MEDIAZIONE BONIEK - C’è anche chi sta a metà del guado. Zibì Boniek ha vinto con la Juve ma, ora, ha la Roma nel cuore. Il presidente della federazione polacca giustifica i siluri di De Sanctis. «Quando subisci tre gol irregolari che ti fanno perdere una partita importante è chiaro che dentro ti resta una grande amarezza. Perché, sia chiaro, non era rigore il mani di Maicon ed era fuorigioco netto nell’azione del 3 a 2 bianconero. Ma, aiutini o non aiutini Juve e Roma lotteranno fino all’ultimo per lo scudetto». Zibì contesta, invece, la frase «Fa riflettere la sproporzione fra quello che hanno conquistato in Italia e in Europa». Un messaggio da correggere. «Si tratta di una riflessione maliziosa, naturalmente. Che però non fotografa la realtà. La mia Juve per tre anni è stata la squadra più forte del mondo. E abbiamo vinto la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale. La Juve di oggi è “solo” la squadra più forte in Italia. Ma tra vincere lo scudetto e la Champions c’è un abisso. È come correre dieci chilometri tra gli over ottanta e sfidare i mezzofondisti più forti in circolazione. Il campionato di serie A è di una modestia imbarazzante. Andate a chiedere in giro per l’Europa di indicare il nome della squadra da battere. Nessuno metterà i club italiani al fianco di Bayern, Barcellona, Real Madrid, Manchester, Psg. E nemmeno vicini. Questa è l’amara realtà del vostro calcio. De Sanctis queste cose le sa bene ma tutto serve per punzecchiare i rivali»