Destro, gol e nervi come Montella

31/10/2014 alle 08:24.
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IL TEMPO (A. SERAFINI) - Prolifici e scontenti. Una storia già sentita e che ormai sta vivendo quotidianamente Mattia , il capocannoniere stagionale della Roma che quando segna mette il broncio.

È successo nuovamente mercoledì all'Olimpico, rievocando nella mente del tifoso giallorosso i tempi del terzo e ultimo scudetto, quando l'aeroplanino Montella timbrava costantemente il cartellino, ma non riusciva mai a restare in pianta stabile tra i titolari. Capello raccontò in seguito che molti attaccanti riescono a tirare fuori il meglio soltanto se pungolati e sotto pressione, ora spera di ottenere lo stesso risultato. Certo non sarà facile la gestione, perché continua a buttarla dentro con una media inconfutabile: 4 gol a segno in campionato, uno ogni 117 minuti, praticamente un centro ogni 33 palloni toccati. Numeri e statistiche che girano a suo favore, ma che non gli hanno permesso di scalare posizioni nella gerarchia dell'attacco giallorosso dominato da .

Mercoledì all'Olimpico Mattia ha preferito non esultare, lanciando un'occhiata alla panchina proprio verso quell'allenatore che appena un mese fa era corso ad abbracciare con rabbia dopo la rete che aveva chiuso definitivamente la pratica Verona. Da lì in poi però le panchine sono aumentate in base al livello di difficoltà dell'avversario: neanche un minuto di presenza nelle tre sfide di finora affrontate, il ragazzo è rimasto a guardare anche nelle trasferte contro e Sampdoria. L'idea di essere diventato l'attaccante titolare per gli impegni più semplici (Verona, Chievo, Cesena), lo ha fatto esplodere in una frase piena di segnali: «L'allenatore prende giustamente le sue decisioni, ma anche io ho una testa per ragionare e prenderò le mie».

Ieri, a mente fredda, il giocatore è arrivato a Trigoria con più serenità, stupito dall'effetto mediatico sollevato da quelle dichiarazione rilasciate con troppa istintività. Con è stata scambiata soltanto qualche parola (dopo una telefonata tra e il suo agente): il tecnico francese ha visto l'accaduto come un malumore comune all'interno di ogni spogliatoio.

L'atteggiamento e soprattutto le parole del ragazzo sono piaciute meno alla società. A su tutti, infastidito dall'uscita infelice proprio nella serata in cui la squadra aveva raggiunto la capolista. La Roma infatti, considera un patrimonio del club (sia a livello tecnico che economico), ma come già dimostrato in estate non considera nessuno incedibile. Per questo ha accettato senza sanzioni lo sfogo mostrato pubblicamente dal ragazzo, anche se difficilmente ne sarà tollerato un altro in futuro. In quel caso sarà proprio la dirigenza a prendere una decisione al termine della stagione. D'altronde adesso sarebbe controproducente per tutti.