GASPORT (M. CECCHINI) - In un’Italia che tende al depresso, purtroppo sembra esserci sempre più spesso bisogno di eroi. In questo momento di calcio sovraesposto, Gigi Buffon pare incarnarlo quasi alla stregua di un Corto Maltese che ha spiegato le vele a Carrara e non si è ancora stancato di vivere avventure. E a queste latitudini lo ricordano bene, visto che un anno e mezzo fa, parando un rigore, fu lui a far passare l’Italia dal possibile 1-1 al rapido 0-2. Purtroppo per Gigi, il campionato non dà tregua neppure da lontano, e così il portiere torna a parlare dei veleni del dopo Juve-Roma. «Con Totti non ci siamo sentiti - dice alla Rai, criticando l’amico - non mi interessa fare polemiche dopo il 90’, è qualcosa che non mi appartiene come persona e non lo dico perché spesso il risultato viene dalla mia parte. Nella mia carriera ho vinto tanto ma ho perso anche tanto. Sono arrivato terzo, quarto e settimo per due anni consecutivi, però non penso che mi abbiate mai visto fare interviste in cui inveivo contro qualcuno o magari buttavo illazioni che non fanno bene a nessuno, neppure al nostro movimento ».
Lui e Balo Chiusa la parentesi nostrana, Gigi riabbraccia l’azzurro. «Balotelli ? Il ritorno si può verificare. Mario è ancora giovane e ha davanti tanti anni di carriera. Tra l’altro non penso che Conte abbia mai detto che un attaccante come Mario non verrà convocato. Comunque per fare una valutazione più precisa su ciò che sta facendo questa Nazionale aspetterei qualche partita in più, però penso che le prime indicazioni che stiamo dando sono quelle di una squadra che ha un’identità precisa e sa ciò che deve fare in campo. La strada è lunga, ma siamo convinti che faremo bene». Con questa filosofia, anche la prova di venerdì è da rivalutare. «Non c’è stato bisogno di alzare la voce. Anzi, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, è stata bella la reazione dopo il loro pareggio. Per giocare calcio champagne, d’altronde, occorre anche la predisposizione dell’avversario. Con 9-10 giocatori chiusi nella metà campo, non ci sono spazi. In ogni caso abbiamo avuto 6-7 palle gol. Se avessimo pareggiato sarebbe stata una ingiustizia ».
Lui e Zoff L’impressione, però, è che a volte gli spettri del Mondiale non siano stati ancora dimenticati e a riportarli a galla è un estratto dall’autobiografia di Zoff, che si è raccontato «imbestialito» quando a giugno sentì Buffon, dopo l’eliminazione, sembrare prendersela con i giovani. Ma Gigi para anche le polemiche. «Lui è una persona equilibrata, ha tanta esperienza e c’è da imparare da tutti, soprattutto da una persona così. Chi l’ha interpretata nel modo giusto non ha fatto il suo tipo di valutazioni, ma per come è venuto fuori e per ciò che ne è seguito, può avere ragione lui. Ma il nesso e il momento erano completamente diversi». Diversi come i primi giorni azzurri di Conte. In attesa di un finale tutto da scrivere.