CORSERA (R. FRIGNANI) - Non più puncicate per ferire, ma coltellate per uccidere. Fra la folla, fra le auto con donne e bambini incolonnate sul Lungotevere prima dell’ora di cena. L’Olimpico ancora al centro di violenti scontri fra tifosi. Fuori e poi anche dentro lo stadio. Questa volta all’inizio della stagione, al debutto in Champions. Romanisti contro russi, arrivati da Mosca con i charter del pomeriggio. Dagli ospiti slogan contro i rivali «americani», come fosse un regolamento di conti per le tensioni internazionali, poi fiumi incontrollati di birra comprata vicino allo stadio e passamontagna calzati prima della battaglia. Alla fine a terra sono rimasti proprio due ospiti, di 28 e 22 anni. Sono gravi al Gemelli: il primo accoltellato all’addome e al torace, l’altro con la testa spaccata a bottigliate. Tre steward romanisti sono finiti in ospedale per i tafferugli scatenati due ore più tardi sempre dagli ultrà russi, che hanno preso a calci e pugni il personale di sorveglianza, lasciato da solo a contenere la furia dei teppisti moscoviti.
L’intervento dei carabinieri ha evitato il peggio, ma ci sono polemiche sul ritardo con cui è arrivato l’ordine di aiutare gli steward. Fuori, prima della partita, a pagare il prezzo più alto degli scontri — oltre ai feriti — sono stati gli automobilisti barricati nelle macchine mentre tutto attorno tifosi rivali si affrontavano senza esclusione di colpi. Addirittura le ambulanze che trasportavano i feriti sono state colpite da sassi e bottiglie. Polizia e carabinieri hanno caricato due volte per disperdere i violenti, molti dei quali ubriachi, arrivati all’Olimpico senza scorta, e per allontanarli dal lungotevere intasato da auto piene di gente che non sapeva dove scappare. Ora la palla passa alle indagini: ieri sera sono stati fermati alcuni russi per accertamenti, ed è aperta la caccia anche agli accoltellatori dei due ultrà feriti.