Roma, la Champions in testa. A Empoli basta un’autorete

14/09/2014 alle 12:19.
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LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Magica , maledetta . Ha un tale fascino, ed è così abile nel manipolare l’animo dei suoi protagonisti, specialmente quelli futuri, che magari non la giocano da anni, non l’hanno mai giocata, oppure l’hanno vinta e allora sanno bene di cosa si tratti, da costringere uno o più giocatori a involontarie pigrizie. Alla vigilia aveva predicato di pensare all’Empoli e non al Cska: ieri una specie di coscienza tardiva portava i suoi a risparmiarsi. Non lo facevano apposta. Però era evidente. Solo quando il pallone transitava in un raggio di tre metri, alcuni di loro cominciavano a interessarsi all’azione.

Contraddicendo se stesso («non ci sarà una Roma-1 e una Roma- 2») ha lasciato in panchina i tre attaccanti titolari (, Gervinho e ) senza passaggi intermedi. Evidentemente anche lui ha pensato alla . Artefice di una prestazione macchinosa, la Roma ha impiegato un infinito numero di minuti (brutti) per impossessarsi dell’Empoli. La svolta della partita è scaturita da un gesto isolato agevelato dalla buona sorte: una sassata di da trenta metri sbatte sul palo, colpisce spalla e schiena del Sepe e finisce dall’altra parte della porta, stavolta dentro. Siamo alla fine del primo tempo (46’). Il suo resoconto è piuttosto desolante: due tiri in porta di Tavano, un mezzo rigore su , un palo rocambolesco di , Empoli coraggioso e senza nulla da perdere, Roma con tutto da perdere e senza sbocchi, schiacciata dalla sua stessa lentezza. Più che giocare si sposta avanti e indietro. Se è riuscita ad andare in vantaggio, e poi a proteggerlo, lo deve al dinamismo anarchico di , l’unico a ricordarsi che nel calcio esiste anche la parola “rubare” (il tempo, la palla), al costante sostegno di , alla graniticità di , alla corsa di e alla pazienza di .

Forse l’Empoli non era uno stimolo sufficiente. Per venti minuti, sistemato fra le linee, il piccolo Verdi ha creato disturbo con tagli che nessuno seguiva. Dopodiché tutti i progetti empolesi si sono (letteralmente) schiantati contro , che non è squalificato per il Cska come sembrava. Il greco si sta rivelando un freddo, lucido, pratico centrale, già in grado di dare i tempi al reparto in assenza di (uscito per problemi al bicipite femorale ). Il suo opposto, in termini di consistenza, sono stati un in versione ectoplasmatica e un volenteroso sì ma lento col pallone fra i piedi e con strane idee per la testa (tenta fughe impossibili e dribbling disumani). Nella ripresa la Roma migliora il possesso palla, specie con . Rimane la tassa di certi errori in disimpegno (se li commetti in a fine ottobre vai a casa). sta per raddoppiare dopo uno scambio con al 12’. Un contrasto /Mchelidze in area fa infuriare Sarri che viene espulso (26’). s’impegna su Mchelidze al 32’. Ancora salva su Tavano a tempo scaduto. «Importanti i tre punti», dice , «ma tante cose da rivedere». Sì, attentamente.