GASPORT (P. ARCHETTI) - A Monaco c’è l’abitudine di salutare l’estate con certezze e tradizione. Sabato inizia l’Oktoberfest, edizione numero 181, ieri è partita la Champions del Bayern che vince per l’undicesima volta consecutiva al debutto. Sembrava che non potesse farcela, ma all’ultimo respiro un tiro di Boateng deviato da Götze ha steso il Manchester City, troppo chiuso per poter sperare in altra sorte. E se la rete è giunta soltanto alla fine, il merito è soltanto del portiere inglese Hart, il migliore nonostante un paio di sfarfallate a inizio ripresa. I campioni della Premier si sono comportati come una provinciale qualsiasi, svilendo il rango del loro campionato. Ma forse erano rassegnati, sapevano degli avvii micidiali dei rossi. L’ultima volta che persero punti alla prima, era il 18 settembre del 2002: 2-3 contro il Deportivo La Coruna, tre gol di Roy Makaay. Per non avere più seccature lo comprarono, nell’annata successiva.
I motivi La rete che moralmente va a Boateng è la numero 800 dei bavaresi nelle coppe europee. Meglio di loro soltanto Real Madrid (1000) e Barcellona (979). L’1-0 fa giustizia: la banda di Pep ha creato almeno otto occasioni nette, il City soltanto un paio prima di un colpo di Aguero al 92’ che quasi porta al pareggio. Quando mancano Ribery, Schweinsteiger, Martinez, Thiago Alcantara, Badstuber e Robben è in panchina, anche Guardiola può avere qualche difficoltà. Fa così debuttare Benatia, parte con il 3-4-3 ma dopo neanche mezz’ora sposta Alaba a centrocampo (4- 3-3) e l’austriaco crea occasioni per sé (due tiri respinti da Hart) e per i compagni: delizioso un assist per Lewa che aggira il portiere ma tira fuori, scena identica a una di Müller a 39 secondi dal via, quasi per far capire subito chi comanda.
Mischione Il Bayern chiude a 4-2-4, con Pizarro e Robben dentro per Rafinha e Müller. L’urlo finale però non è su schema ma su un mischione da calcio d’angolo. Manuel Pellegrini, squalificato come Zabaleta, a un certo punto si copre ancor più inserendo un buttafuori come Milner e mandando Touré come punta d’appoggio, da 4-2-3-1 a 4-4- 1-1. Non basta e con la Roma (martedì 30 settembre a Manchester) il City dovrà già inseguire.