GASPORT (A. PUGLIESE) - Aveva ragione lui. Ma quale panchina, ma quale concorrenza, provate a venirmi a prendere e poi — casomai — ne riparliamo. Radja Nainggolan, del resto, lo aveva detto, in maniera educata ma decisa in quel suo primo giorno in giallorosso, lo scorso dieci gennaio, quando a chi gli chiese se temeva di non trovare spazio in un centrocampo con tre moschettieri del livello di De Rossi, Strootman e Pjanic, rispose così: «Già mi mettete in panchina? Conosco il mio valore, sono un lottatore, me la gioco con tutti». Quasi 8 mesi dopo, oggi più che mai il ninja aveva ragione da vendere. Eccome se aveva ragione. In panchina non ci è finito quasi mai, ma in questi otto mesi è anche migliorato, cresciuto, si è tecnicamente affinato. Fino ad arrivare alla meraviglia ammirata con la Fiorentina, un giocatore capace di correre per tre, recuperare, ripartire, segnare e regalare assist. Ha ragione lui, uno così non può andare in panchina mai...
Prima volta «Grande partita, primi tre punti — ha scritto ieri mattina Radja sul suo account twitter — Speriamo in un campionato importante. Pur soffrendo esce fuori la forza del gruppo». Già, anche grazie alla sua energia, addirittura pazzesca in alcuni duelli, in molte delle curve della partita, soprattutto nelle sfide chiave, quelle in mezzo al campo, dove devi saper ruggire ma anche non cadere. E non è certo un caso se ieri Nainggolan è stato all’unanimità il man of the match, eletto direttamente dai tifosi sul sito della Roma, con oltre il 70% delle preferenze (alle sue spalle De Sanctis, poco sopra il 10%, poi Manolas e Pjanic). Radja non solo ha aperto le danze di una stagione che spera possa entrare nella storia, ma per la prima volta in carriera negli stessi 90’ di gioco ha segnato (è il suo decimo sigillo in Serie A) e regalato un assist decisivo, quel pallone in verticale tra Savic e Gonzalo Rodriguez che ha mandato in paradiso Gervinho. E con lui, almeno per un notte, anche la Roma. Se poi è vero che la prima volta non si scorda mai, allora questa partita resterà a lungo nella mente di Radja.
Box to box Gol e assist a parte, la prestazione di Nainggolan di sabato sera è stata però altre mille altre cose. A cominciare dalle occasioni create (ben 5), al pari di uno come Miralem Pjanic (quello con cui in campo, tra l’altro, Radja ha dialogato di più), che a dipingere calcio e delizie però ci è abituato da sempre. E poi ci sono quelle 7 palle recuperare, i 4 contrasti vinti (su 4), i 50 passaggi (su 57) completati ed una presenza costante. Da box to box: difesa delle linee di passaggio, aggressione del giocatore avversario, recupero della palla, ripartenza e attacco della porta avversaria. In buona sostanza, un po’ tutto il manuale del ninja belga (indonesiano), uno capace di macinare chilometri, non perdere mai una sfida face to face e magari lanciarsi in coast to coast infiniti, di quelli senza fine.
Partita della pace Intanto stasera Nainggolan sarà di nuovo in campo, anticipando di un po’ la ripresa degli allenamenti (prevista a Trigoria per domani), dedicandosi ad un evento particolare come la Partita della pace, l’evento voluto da Papa Francesco per aiutare il dialogo interreligioso, partita a cui parteciperà anche il compagno di squadra Manuel Iturbe. Stavolta, magari, non ci sarà da rincorrere nessuno con quella voglia e quella ferocia (agonistica) che trasuda di solito da ogni sua corsa, da ogni suo scatto. Ma se lo conosciamo un po’, Radja non avrà voglia di perdere neanche questa di partita. È una questione di mentalità, di carattere, di testa. E allora aveva davvero ragione lui. Provateci voi a mettere in panchina uno così. Garcia non ci pensa neanche un po’... ©