LA REPUBBLICA (L. BACCOLINI) - Joe Tacopina è a un paio d’ore di volo da New York, quando alle 18.18 Guaraldi annuncia l’aumento di capitale di Zanetti. L’avvocato è fuori dalla partita. Per la seconda volta in sei anni fallisce il suo assalto al Bologna. Nel 2008 fu Tacopina a ritirarsi dagli accordi con Cazzola. Oggi è lui a essere stoppato prima di dimostrare di poter comprare il club.
La letteratura vorrebbe l’avvocato americano ancora ignaro delle novità al momento dell’atterraggio, spaesato sulla scaletta della discesa. Ma la realtà, specie in business class, viaggia più veloce degli aeroplani. E quando mette piede in America, Tacopina, furibondo, sa già tutto, avvisato via messaggio. La paralisi dell’imprevisto, però, non fa partorire alcuna reazione ufficiale fino a tarda serata. Qui, a Bologna, Tacopina ha lasciato un milione di euro a disposizione del notaio Ferretti, e se lo riprenderà, perché quella somma non era a fondo perduto, ma serviva solo da base per la sottoscrizione del contratto preliminare. Quegli accordi, per gli americani, sarebbero stati siglati lunedì prossimo e avrebbero condotto spediti all’8 ottobre, giorno del “closing”, la chiusura della trattativa con immediato aumento di capitale. Non succederà, ma non è detto che Tacopina rimanga a contemplare la sconfitta.
Aveva minacciato azioni legali da potenziale acquirente, potrebbe rinnovarle da compratore respinto, dopo aver trascorso quasi due settimane in via Indipendenza, girato ogni angolo della città con la spilla del Bologna, incontrato due volte sindaco e clero, visitato Casteldebole e speso pure centinaia di euro in merchandising ufficiale.
«Era tutto stabilito », fa sapere con rabbia l’entourage rimasto in Italia, anche se poi i toni si ammorbidiscono, rasentando il fair play: «Male che vada avremo contribuito indirettamente a salvare il club». Se lo augurava, quel salvataggio firmato Nordamerica, anche il sindaco Virginio Merola, che mercoledì aveva invitato Guaraldi a vendere, cogliendo «un appuntamento storico, un’occasione irripetibile». Oggi Merola parlerà, e spiegherà perché mercoledì ha deciso di sbilanciarsi fino a quel punto. Il motivo di quell’entusiasmo si chiama Joey Saputo, il miliardario canadese invitato qui da Tacopina, pronto a investire nel club e nel Dall’Ara, «ma solo dopo averci pensato bene e a lungo». Lunedì, parlando con Marotta a casa Juve aveva descritto Bologna come «una gran bella opportunità». Le stesse cose aveva ripetuto mercoledì sera ad Andrea della Valle ospite della Fiorentina. Non avrà mai la controprova, a meno che non venga contattato più avanti dal Guaraldi- bis, o direttamente da Zanetti. La manifestazione d’interesse del 350° uomo più ricco al mondo non potrà essere derubricata facilmente e del resto anche Guaraldi, prima del patto di Treviso, aveva avviato con lui un dialogo personale. Certo la sorpresa, anche per lo scafato Saputo, dev’esser stata notevole, proprio nel giorno del suo cinquantesimo compleanno. Più che mai indimenticabile.