GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Daniele De Rossi (ma anche Davide Astori, Mattia Destro e Alessandro Florenzi) come Francesco Totti. Non nella Roma, ma in Nazionale: dieci anni fa fu il capitano a trovare un solido e inaspettato feeling con Lippi, all’epoca c.t. con un passato juventino, oggi invece sono i suoi eredi, nonché compagni di squadra, a trovarsi a meraviglia con l’allenatore che, fino a due mesi fa, allenava la rivale di sempre. Astori non c’era, ma De Rossi, Destro e Florenzi sì: oggi non giocano in Nazionale da campioni d’Italia perché la Juve di Conte glielo ha impedito. Battendoli due volte su due in campionato.
Il sistema I romanisti (e non solo loro) hanno sempre considerato Conte il valore aggiunto della Juventus. Lo hanno stimato, anche quando, in particolare De Rossi, facevano riferimenti, neanche troppo velati, a un «Sistema» che a loro dire nei momenti chiave era sempre a favore dei bianconeri. I compagni di Nazionale gliene parlavano bene, sono bastate due parole a Trigoria, quando il c.t. ha iniziato il tour dei raduni, per confermare le referenze.
Poker Stasera in due, Astori e De Rossi, partiranno titolari, Florenzi è in rampa di lancio, Destro si candida a un ruolo nella ripresa. In questi giorni di raduno sono sempre stati protagonisti: di De Rossi è quasi inutile dire, visto che leader era e leader è rimasto, di Destro invece si può sottolineare il grande impegno messo in mostra a Coverciano. Arrivato con un sorriso grande così fresco di matrimonio, è sembrato il lontano parente di quel giocatore che, a maggio, si preparava al Mondiale con la faccia scura di chi pensava di avere il destino già segnato. Con Conte non c’è spazio per musi lunghi, servono carisma e personalità.
Occasione giusta E serve anche tanta duttilità, caratteristica che Conte chiede a tutti, in particolare ai centrocampisti. Per questo Florenzi, che dopo essere stato nel giro azzurro un anno fa non è stato preso in considerazione da Prandelli per il Brasile, può essere una carta preziosa. Non solo stasera contro la Norvegia. L’ex capitano della Primavera aspetta l’occasione giusta, nell’Italia come nella Roma dove, sulla carta, parte alle spalle delle due frecce Iturbe e Gervinho. Esterno atipico, in grado di dare equilibrio alla squadra, dovrebbe partire titolare già sabato ad Empoli, lui che in estate aveva più di qualche dubbio sul suo effettivo impiego.
Serenità Astori Da vedere, invece, se al centro della difesa toccherà ancora all’ex Cagliari. Conte lo schiererà titolare, Garcia aspetta di capire le condizioni di Castan. Di certo Astori non solo è sereno, ma sta ritrovando quella fiducia nei propri mezzi che lo scorso anno aveva smarrito. L’esordio con la Fiorentina e il ritorno in azzurro lo hanno responsabilizzato, la fiducia dei suoi allenatori gli ha ridato grinta e smalto. E pazienza se sabato dovrà cedere il posto al rientrante Castan: nella Roma, come nell’Italia, le occasioni non mancano.