Rudi Garcia disse che lo avrebbe reso esempio, non di certo di una sommaria esecuzione. I piani del tecnico francese erano bene altri:mandarlo in campo in ogni occasione possibile. Ecco perché Alessandro Florenzi è l’uomo in più, non l’uomo di troppo. L'indispensabilità è arrivata con la scelta del tecnico di setacciare la rosa a disposizione. Così capita che in quel di Empoli lo stravolgere il tridente abbia messo Florenzi nelle condizioni di giocarsi tutta la partita, e per di più nel suo ruolo. Nel primo incontro di Champions League, quello vinto per 5-1 sul Cska Mosca, c’era Juan Iturbe, non certo un giocatore facile da sostituire per la partita che stava facendo. Per Florenzi però lo è stato. Alessandro è entrato in campo pensando solo alla Roma. Stando alle sue parole ha anche segnato, ma non glielo hanno concesso. «E io l’ho toccato. Anche se Totti dice di no». Quando parla Totti, di solito gli altri tacciono. Florenzi tuttavia può replicare. Terzo tra gli uguali insomma, i romani della Roma: Totti, De Rossi e lui. Dal canto suo Florenzi pensa di non essere un fuoriclasse ma un semplice buon giocatore. Tifoso autentico della sua squadra sì, certamente, così come dimostra di essere un bravo ragazzo, un figlio affettuoso e un valido attore di pubblicità. Forse Garcia manterrà la sua promessa anche oggi contro il Cagliari e lo manderà in campo. La società vuole rinnovare il contratto al più presto,dal 2016 al 2018 con raddoppio dell’ingaggio a 1,2 milioni.
(corsport)