GASPORT (S. BOLDRINI) - Un mondiale Under 20 con la Seleçao, 17 titoli con i club e 5 lingue: portoghese, italiano, spagnolo, inglese e russo. Tre Paesi: Brasile, Ucraina e Inghilterra. Tre squadre: Atletico Paranaense, Shakhtar e Manchester City. Una vita da viaggiatore: «Lasciai casa, la mia Londrina, per andare in una grande città, Curitiba, quando avevo appena 17 anni. Nessun problema. Poi sono partito per l’Ucraina, destinazione Donetsk, e anche lì, freddo a parte, tutto ok. Ora sono a Manchester e va bene anche qui. Dopo l’esperienza in Ucraina, il clima non è più una croce». Già, quando non piove Fernandinho può fare tranquillamente un barbecue in giardino. A Donetsk, invece, una volta gli toccò organizzarlo in garage: il gelo era insopportabile. Fernando Luiz Rosa è un bel personaggio e uno dei centrocampisti più forti in circolazione. Stile europeo e piedi brasiliani: giocatore da grande squadra. Il City lo ha arruolato nel 2013: con l’ivoriano Yaya Touré compone un pacchetto di mediana da favola.
Fernandinho, seconda giornata di Champions e la parola d’ordine nel Manchester City è: vietato sbagliare.
«In Europa, se c’è una cosa che non puoi permetterti, è perdere in casa. Una sconfitta in trasferta ci può stare, ma nel tuo stadio devi conquistare i tre punti. Dopo il k.o. di Monaco, l’unico risultato utile è la vittoria. Non farcela comprometterebbe la situazione. Dando per scontato che il Bayern si qualificherà, battere la Roma è obbligatorio».
Il suo pensiero sulla Roma?
«Il calcio italiano ha sempre avuto squadre ben organizzate tatticamente, ma a questo copione la Roma aggiunge una straordinaria forza offensiva. È un avversario pericoloso, partito benissimo in campionato e Champions, 6 vittorie su 6 non sono uno scherzo. Può renderci la vita difficile».
I giocatori chiave della Roma?
«Sarà un luogo comune, ma nel caso della Roma mi pare che la forza sia il collettivo. Poi, certo, ci sono alcuni punti fermi. Totti continua a essere pericoloso, nonostante l’età. Pjanic è forse l’elemento più determinante nella fase offensiva. Gervinho è velocissimo e apre le difese. E poi c’è gente come Maicon, Florenzi, Destro, De Rossi e Castan».
Che partita si aspetta?
«Sarà un match spettacolare. Il pubblico si divertirà. Le due squadre hanno molta qualità. Alla fine potrebbero essere determinanti i calciatori più dotati nella fase difensiva. Hanno un compito delicato: impedire ai cosiddetti creativi di inventare la giocata decisiva. Anche sotto questo aspetto, la Roma non è messa male: Keita ha una grandissima esperienza internazionale, mentre Nainggolan ha forza fisica».
Il Manchester City è alla quarta partecipazione di fila alla Champions; qual è l’obiettivo reale?
«Dopo aver vinto per la seconda volta la Premier in tre stagioni, è chiaro che ora si vuole crescere anche in Europa. La Champions è il torneo per club più importante del mondo, con le squadre più forti in assoluto. L’obiettivo è centrare almeno i quarti di finale, senza precluderci nulla. Abbiamo una squadra di spessore internazionale, un allenatore bravo ed esperto e l’ambizione di arrivare lontano. Non ci manca nulla per fare un grande Champions».