GASPORT (A. PUGLIESE) - Alla fine, forse, l’unico davvero che non ci si rassegna a quel destino lì è proprio lui, Marco Borriello, che a sentirsi un «sopportato» davvero non ci sta. Perché ha voglia di dare ancora qualcosa alla causa giallorossa, di sentirsi parte di un progetto, di far vedere che quel «Marco è uno che nei piedi ha la dinamite» detto da Rudi Garcia più di un anno fa, in quel di Riscone di Brunico, può ancora avere un senso per la storia della Roma. Anche se, per la quarta estate consecutiva, la Roma ha provato a liberarsene, sperando che andasse a giocare altrove e che alleggerisse il monte stipendi (con i bonus, circa 4 milioni di euro netti a stagione).
FINO ALLA CHAMPIONS… Alla fine, invece, Marco è rimasto ancora, finendo anche nella lista dei 25 stilata a Trigoria per la Champions League. E chissà mai che la storia questa volta non possa prendere una piega diversa, magari sulla falsa riga della scorsa stagione, quando nei primi sei mesi con Garcia (prima di andare in prestito in Inghilterra, al West Ham) Marco ci ha messo anche lo zampino, segnando il gol decisivo in una partita che sembra stregata come quella con il Chievo. Un gol pesantissimo, che ha contribuito alla striscia iniziale di dieci vittorie consecutive.
COME CON IL CHIEVO Proprio in quel gol lì ci può essere tutto il futuro di Marco Borriello, unico vero centravanti di peso a disposizione di Rudi Garcia. Totti, ovviamente, è un’altra cosa e predilige spesso abbassare il baricentro del suo gioco, così come lo stesso Mattia Destro è diverso, meno possente e combattivo della punta napoletana. Borriello può essere questo, quello che è stato anche contro il Chievo un anno fa, l’apriscatole per scardinare quelle difese chiuse (spesso con linee a 5 se non anche a sei) che poco concederanno alle folate offensive di Iturbe e Ljajic. Ecco perché Garcia dallo scorso anno vuole un centravanti vero, di quelli piazzati, capaci di giocare di sponda, di fare a sportellare, di spizzare anche la palla per chi si inserisce da dietro o sul secondo palo. Esattamente il prototipo di centravanti che è Marco, capace di mettersi lì al centro dell’area e trovare la giocata risolutiva, magari anche con il colpo sporco, a volte per vincere serve anche quello.
ULTIMI 4 MESI? Lo strano destino di Borriello, però, a conti fatti è proprio questo. Essere un «sopportato», non dal gruppo, dove Marco è integratissimo, ma piuttosto dalla società (che preferiva investire altrove quell’ingaggio) e da una parte della tifoseria (che in Austria lo ha più volte incitato in maniera goliardica, per così dire…). La sua storia con la Roma è destinata a finire a giugno, qualcuno dice anche prima, forse gennaio. Intanto, però, ci sono almeno 4 mesi in cui Marco proverà a cambiare il suo destino. Ed a cancellare quell’etichetta di «sopportato» che proprio non gli va giù.