LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Tre anni fa l’ultima volta o la prima volta per tanti: «E allora godiamocela», dice Rudi Garcia che è uno di quelli, «abbiamo faticato per arrivare fin qui». Una fatica costellata di bellezze. Tre anni fa, lui e Bompard, romantico staff di francesi razionali, debuttavano in Champions guidando il Lille che aveva appena vinto Ligue 1 e Coupe. Essendo le squadre più o meno sempre le stesse all’85%, gli capitò, come stasera, il Cska Mosca. «Squadra che ha più partite nelle gambe, parecchie qualità e qualche debolezza». Squadra anche invecchiata, o meglio non del tutto rinnovata, in queste ultime stagioni. In Francia finì 2-2 con doppietta russa dell’ivoriano Doumbia, amico di Gervinho, uno dei tanti soldatini ancora alle dipendenze di Leonida Slutsky, l’allenatore che guarda le partite dondolando su e giù come in preda a una possessione o come se da un momento all’altro dovesse dare di stomaco (oltre Doumbia c’erano già i Berezutski, Akinfeev, Chepchugov, Cauna, Wernbloom, Musa, Ignashevich, l’ex promessa Dzagoev, stasera squalificato, Tosic, Nababkin).
Tre anni(e mezzo) fa anche l’ultima apparizione della Roma in Champions: agli ottavi venne malamente spedita a casa dallo Shakhtar di Lucescu. L’ombra di quel mesto ricordo prende corpo nelle tre giornate di squalifica rimediate da Daniele De Rossi per la gomitata a Srna (due scontate contro lo Slovan nell’ancora più malinconico preliminare di Europa League dell’era “Zichichi”, l’ultima stasera). Tre anni fa Francesco Totti (uno dei prossimi giudici di “Tu si que vales”!) non avrebbe mai immaginato, considerato lo spessore europeo della Roma spallettiana, di dover pazientare così tanto per tornare a recitare sullo stesso palcoscenico di Ronaldo e Messi. Nel frattempo il calcio è cambiato, è sempre più oligarchicamente comandato da cinque o sei club, con tutti gli altri a inseguire il mito del “giant killer”: «Non sarebbe affatto male se la Roma provasse a imitare l’Atletico Madrid », dice il capitano. «Mi considero un uomo fortunato a essere ancora qui e spero che questa Roma riesca a fare meglio della Roma di Spalletti (i quarti, ndr)». Confortante a questo proposito che il Manchester United sia fuori dalle Coppe. Un pensiero all’ultima rete di Totti in Champions: su rigore contro il Bayern nella fase a gironi del 2010.
Un altro pensiero al suo ultimo gol su azione, apparentemente lontanissimo (9 dicembre 2008 contro il Bordeaux). Segnasse stasera sarebbe il 290esimo con la Roma. Stamattina rifinitura nell’inedito scenario dell’Acquacetosa. A Totti Garcia affida l’attacco di una Roma costruita nel precampionato per puntare anche al contropiede, geneticamente abituata ad aggredire alta e in ogni caso costretta a vincere perché il girone è tosto, il calendario è così fitto da ricordare uno spartito di Mahler, il Cska non è paragonabile né al City né tantomeno al Bayern. Senza contare che, come non avrebbe mai voluto Rafa Benitez, né alcun tifoso napoletano, si può uscire totalizzando 12 punti. La Champions non la scopriamo oggi. È bella fuori e spietata dentro. E purtroppo ce n’è una sola.