Florenzi, jolly d’oro «Bene da terzino. Ma è un attaccante»

03/08/2014 alle 10:47.
btrmauyimaay-2o

GASPORT (D. STOPPINI) - Magari ritrovarsi a duellare per più di un’ora con Dodò gli sarà parso anche strano, dopo due anni vissuti fianco a fianco, da compagni di squadra. E, probabilmente, gli sarà sembrato anche più strano che non ritrovarsi a giocare ancora da , proprio come aveva già fatto quattro giorni fa, contro il Real Madrid. Quasi un tuffo nel passato, l’ultima volta che era «scivolato » così basso era ancora a Crotone, nel purgatorio della Serie B, proprio lì dove Leonardo Menichini l’ha utilizzato un po’ dappertutto, sfruttando la sua versatilità quasi come fosse acqua d fonte.

Jolly dorato Del resto, dopo due anni vissuti all’attacco, prima con Zeman e poi con , in questa tournée americana Alessandro è tornato a lustrare proprio la sua immensa versatilità: centrocampista contro il Liverpool, attaccante con il Manchester United, contro il Real Madrid e ieri, con l’Inter. Un jolly dorato, che può giocare ovunque e che ha nel cuore la disponibilità per adattarsi un po’ ovunque. Scherzandoci su, verrebbe da dire anche in porta, visto che lì gli piace dilettarsi spesso a fine allenamento, sfidando compagni e titolari del ruolo.

Promosso Ieri, così, ha deciso di riproporlo in quel ruolo che Ale aveva fatto per l’ultima volta proprio a Crotone, più di due anni fa. «Di esterni bassi ne ho due, ma sono uno a Trigoria e l’altro riposa dopo i Mondiali — ha detto a fine gara , riferendosi rispettivamente a e . Quando saranno con noi, tornerà giocare nel ruolo in cui per me rende di più, quello di attaccante esterno. Ma queste partite ci hanno dimostrato che è capace di giocare anche come : sul piano difensivo deve trovare parametri nuovi, ma su quello offensivo ha fatto l’assist per col Real Madrid e quello per qui a Filadelfia. Non è una sorpresa vederlo giocare bene in questo ruolo».

Conferma Già, non è una sorpresa, tanto che ieri è stato il migliore dei giallorossi. Corsa, cross, spinta, a tratti qualche piccola sbavatura difensiva, ma sarebbe stato strano il contrario, dopo due anni vissuti sempre all’attacco. Versatile Alessandro lo è, robot ancora no. Ed allora è facile capire anche perché, alla fine, non si allontanerà da Roma, nonostante l’intasamento lì davanti, nell’attacco giallorosso, ed un contratto che deve ancora essere rivisto. C’è la questione che è romano e romanista, è vero, che conta eccome. Ma c’è anche la sua immensa versatilità, che permette a di avere un jolly capace di giocare dappertutto. In un calcio sempre più «specializzato», avere uno così è oro puro. E la Roma se lo tiene stretto. Attaccante, centrocampista o difensore non fa differenza. Basta che ci sia...