CORSERA (A. ARZILLI) - Giro di vite. «Lo Stato ha perso la pazienza contro chi vuole rovinare la domenica agli amanti del calcio», ieri Angelino Alfano al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il pacchetto di misure messo a punto dal Viminale in tema di reati da stadio o correlati al calcio. Le norme intervengono su tre livelli: i tifosi violenti, la frode sportiva e l’adeguamento degli impianti. Il primo fa perno sull’inasprimento del Daspo, cioè stadio off-limits per chi commette, anche all’estero, atti violenti, minacce, intimidazioni o espone striscioni che inneggiano alla violenza: si va dal divieto di accesso fino a 8 anni per i recidivi, a quello di gruppo, «di branco» (con un minimo di 3 anni), dall’arresto differito per coloro che fanno cori o issano striscioni che istigano alla discriminazione razziale, all’estensione del Daspo a tutti coloro che sono sotto denuncia (o condanna) per delitti contro l’ordine pubblico, ma anche per rapina, estorsione e spaccio di droga.
A ciò si aggiungono due norme che il Viminale auspica particolarmente efficaci: il potere al ministro dell’Interno di impedire le trasferte fino a due anni alle tifoserie protagoniste di gravi episodi di violenza e la sorveglianza speciale di polizia per i pluri-daspati.
«È una scelta molto forte del governo — ancora Alfano — visto che lo stesso provvedimento si applica ai mafiosi». Il secondo è il pugno di ferro sulla frode sportiva: chiunque offre, o riceve, denaro o altre utilità per alterare il risultato di una competizione sportiva, è punito con una pena che va da 2 a 6 anni di carcere (fino a ieri il massimo era un anno), con scatto fino a 9 anni di pena (con 100 mila euro di multa) quando la frode altera le scommesse sportive. Il terzo livello del decreto riguarda le società. Vieta sia i rapporti commerciali tra club e tifosi sia agevolazioni di qualsiasi tipo a vantaggio di ultrà condannati per reati in materia di vendita e contraffazione di prodotti. E, soprattutto, chiede ai club «uno sforzo» maggiore per la messa in sicurezza degli impianti con la compensazione di una semplificazione burocratica che impone alle amministrazioni locali una risposta celere (entro 48) ai club che fanno richiesta.
Misure, queste ultime, che integrano le direttive della task force (Viminale- Figc-Leghe) sulla suddivisione dello stadio in settori per facilitare l’identificazione dei violenti e sulla presenza degli steward anche in trasferta. «Dobbiamo dare un calcio alla violenza — ha chiuso Alfano —, lo Stato non accetterà più che taluni tifosi, che si dicono tali ma che in realtà sono dei teppisti e dei facinorosi, possano avvicinarsi allo stadio».
Il nuovo pacchetto di norme è la risposta ai fatti legati a Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto a fine giugno dopo essere stato aggredito, nei pressi dell’Olimpico di Roma poco prima della finale di Coppa Italia, ricordato ieri nel Consiglio dei ministri. Il mondo dello sport ha accolto con favore il decreto per il quale si è seduto al tavolo di lavoro con le istituzioni. «Un importante passo avanti nell’ottica della prevenzione degli episodi di violenza legati al mondo sportivo, chiamato a incentivare il ritorno delle famiglie negli impianti», le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Con questi provvedimenti si va nella giusta direzione — ha detto Maurizio Beretta, presidente della Lega di A —, si accentua l’efficacia della repressione sui facinorosi e si attenua la pressione sui tifosi per bene ».