IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Il vento è cambiato, lo capisci quando Mehdi Benatia varca i cancelli di Trigoria e i tifosi, cento cinquanta all’ incirca, presentigli lanciano addosso forte applauso. Una volta bastava essere sfiorati da qualche trattativa di mercato e al primo giorno di raduno non ti potevi nemmeno presentare. «Continua ad onorare la maglia. Roma t'ama e te perdona»,la scritta di un gruppo di sostenitori giallorossi che ha accolto il franco- marocchino al suo arrivo a Trigoria. Puntuale come un orologio. Il personaggio del ritiro è senza dubbio lui, accolto scherzosamente anche dai compagni, oltre che da Garcia, il quale non perde le speranze di trattenerlo. Ancora qui stai? gli ha urlato qualche compagno; Castan addirittura, seduto al suo fianco in panchina prima della seduta di lavoro del mattino, gli mimava il gesto dei soldi, magari facendo riferimento ai milioni che gli propongono altrove. Lui per adesso è a Trigoria, con un sorriso strozzato, chissà fino a quando,ma sa che se dovesse restare non troverà un ambiente ostile né dai compagni né dall’ ambiente.
AMBIENTE CARICO «Cominciamo st' avventura che ci farà sognare», è un altro striscione significativo, questo non ad personam,ma alla squadra. E’ lontana l’estate scorsa quando sulle lenzuola si leggevano insulti un po’ per tutti. L’annata è stata felice, le aspettative sono diverse. Ambiziose. Passano osannati i nuovi, Cole, Keita, Emanuelson, il giovane Ucan con il ricciolo alla Ninetto Davoli, i vecchi- nuovi Paredes e Sanabria. C’è anche De Sanctis, che dispensa ottimismo e pillole di saggezza: «Abbiamo grande entusiasmo, si percepisce che dovrà essere una stagione di successi ma questo passa anche per il lavoro. C’è ancora tempo per rinforzare la squadra e questo è il compito della società, noi calciatori dobbiamo concentrarci sulla dedizione, sul sudore e sull'attaccamento alla maglia. Pensiamo al campo. Ciao a tutti e daje Roma!». Come si può non sognare, in effetti, sapendo anche che la prima rivale, la Juve, ha perso il suo allenatore.
UN CAPITANO, C’È SOLO... Ed ecco Totti XXIII. Ventitré, come i suoi ritiri con la maglia giallorossa. Magro, abbronzato, sorridente, quei quasi 38 anni nemmeno si vedono. La voglia è quella di un bambino, l’entusiasmo è coinvolgente. Totti pensa allo scudetto a una Champions da onorare. E a migliorare qualche numero che lo riguarda. Ha segnato 60 gol nelle varie amichevoli disputate dalla Roma, mentre i gol ufficiali in campionato sono 235 (secondo nella classifica all-time dietro a Silvio Piola), in totale è fermo a 290. Facile pensare che il suo primo obiettivo, visto che Piola è quasi irraggiungibile, è toccare quota 300. Alla sua prima presenza in campionato, Totti toccherà quota 562 raggiungendo Vierchowod in quinta posizione, mettendo nel mirino Zoff sul quarto gradino con 570 presenze,sognando il podio che vede Pagliuca medaglia di bronzo, fermo a 592. «Faremo grandi cose», ha detto il capitano ai compagni durante quei dieci minuti di colloquio con Garcia. Il tecnico ha puntato subito i paletti. «Ci aspetta un’annata difficile, per toglierci grandi soddisfazioni bisogna lavorare duro».
TERZINI DIVERSI Fa un certo effetto rivedere José Angel, che era dato per non convocato per motivi di mercato. Tradotto: ci sonotrattative inSpagnae il calciatorenon fa parte deipiani giallorossi. Poi eccolo a Trigoria. Cosa è cambiato in poche ore? Nulla. Solo una precisazione da parte della società: Josési allenaquifinoal21, giornodella partenzapergliStates. Inattesa di sistemazione. C’è un terzino in partenza e uno che soffre ancora, Balzaretti. «Come sto? Non benissimo ».Ecco,non benissimo.