CORSERA (A. BOCCI) - La prima Italia, quella che stasera a Craven Cottage si misurerà con la Repubblica d’Irlanda, niente avrà a che vedere con la squadra attesa dal debutto contro l’Inghilterra tra due settimane a Manaus. Prandelli non intende fornire indicazioni precise all’amico-rivale Roy Hodgson, una vecchia volpe della panchina. Il c.t. ha un doppio obiettivo: nascondere sia gli uomini sia il sistema di gioco che userà nella foresta amazzonica, soprattutto cancellare i dubbi che lo assillano in vista delle scelte definitive. Il momento è arrivato. Stasera l’esame, domani pomeriggio, dopo l’allenamento a Coverciano, le decisioni e i tagli: 23 voleranno in Brasile, 7 (più Mirante) torneranno a casa. «Devo pensarci bene perché non voglio sbagliare», confessa Prandelli dopo l’addestramento tattico. La partita contro l’Irlanda che è stata del Trap, risolverà gli ultimi enigmi.
Il test londinese sarà determinante soprattutto per Giuseppe Rossi, ma nella squadra scelta per la prima uscita in chiave Mondiale altri due si giocheranno il Brasile: Darmian e Verratti. Il granata sarà impiegato come terzino destro, il suo ruolo naturale: «È arrivato in punta di piedi, ma ha scalato posizioni e oggi è diventato un dubbio vero». Anche il giovane talento del Psg, il cui destino all’inizio del ritiro sembrava segnato, ha rimontato. «Ma deve dimostrarmi di saper giocare in altri ruoli e non solo nel suo». Trequartista, come stasera, o magari interno. Non regista, ruolo già appaltato a Pirlo e in seconda battuta a Thiago Motta. Rossi, come ha spiegato Prandelli, dovrà dimostrare di avere la tenuta per affrontare un mondiale infernale come quello brasiliano «e la forza psicologica per mettersi alle spalle gli infortuni. In lui c’è una serenità interiore e una voglia di superare le difficoltà che trovo meravigliose. Ma al momento giusto dovrò mettere da parte i sentimenti e valutare il risultato del campo. Devo capire se è libero di testa per affrontare i contrasti».
Ma il collaudo con l’Irlanda servirà a verificare la condizione di Paletta nel cuore della difesa (seconda apparizione) e la personalità di Immobile, il capocannoniere del campionato, appena ceduto al Borussia Dortmund per quasi 20 milioni. Ciro è alla prima da titolare dopo la mezz’ora scarsa contro la Spagna: lui in Brasile ci dovrebbe andare, ma si gioca una maglia da titolare contro l’Inghilterra. Tra 15 giorni sarà un’altra Italia: con Buffon in porta, Barzagli e Chiellini in difesa, Pirlo e De Rossi in mezzo al campo, Balotelli in attacco. E anche l’impianto di gioco cambierà. Stasera giocheremo con il rombo, così come avevamo sfidato l’Inghilterra agli Europei. A Manaus, invece, potremmo affrontare la partita cruciale del girone con una squadra piena di centrocampisti pronti a inserirsi. Vedremo.
Intanto è il momento delle scelte. «Il più difficile per un allenatore. Non devo bluffare, ma essere sincero e dire la verità. Chi tornerà a casa non deve sentirsi bocciato». Abate ha superato Maggio, frenato dal pneumotorace e candidato a tornare a casa; Darmian spinge fuori Pasqual; Paletta ha praticamente vinto il ballottaggio con Ranocchia. In mezzo al campo Verratti ha il destino nelle proprie mani: a Coverciano ha scavalcato sia Parolo, ora candidato all’esclusione, che Aquilani. Il viola potrebbe tornare in gioco se Romulo, afflitto da qualche acciacco, non dovesse fornire le necessarie garanzie. E poi l’attacco. Cassano è dentro, come Balotelli, Cerci e lo stesso Immobile anche se il tecnico avverte: «Antonio sta bene ed è motivato, però i miei dubbi li conservo». Rossi, perso il primo ballottaggio, può superare allo sprint Destro e Insigne.