IL MESSAGGERO (L. BOGLIOLO / A. MARIANI) - Il dubbio ha assalito gli investigatori sin da subito. «Possibile che Daniele De Santis si sia lavato le mani dopo essere stato pestato all'interno del Ciak?». «No», è stata la risposta di Donatella Baglivo, la proprietaria del teatro che insieme ad altre due persone ha soccorso l'ultrà. Come avrebbe potuto dopotutto visto che era agonizzante? La questione è di fondamentale importanza: è collegata all'esito negativo «ma non dirimente» dell'esame stub che rileva tracce di polvere da sparo sulle mani.
L'ISPEZIONE Ieri gli inquirenti sono tornati sul luogo del pestaggio con il dubbio che l'acqua possa aver cancellato le tracce. Baglivo, come dichiarato più volte, ha usato una pompa e spruzzato acqua contro gli aggressori. «L'acqua che ha gettato contro gli aggressori, ha bagnato anche De Santis?» hanno chiesto con insistenza gli investigatori. «Non so se l'acqua sia andata a finire anche su Daniele - ha risposto - la spruzzavo in faccia agli aggressori». L'acqua avrebbe potuto inficiare le prove e incidere in modo determinante sull'esame stub. Domande poi sull'arma. «La pistola è stata trovata da Ivan sotto una ruota del cancello - dice Baglivo - l'ha presa in mano e l'ha gettata nel cortile per evitare che qualcuno potesse usarla». La donna ha spiegato ancora una volta di aver visto successivamente l'arma in terra e di averla gettata in un cestino dell'immondizia. «Ho ricostruito nuovamente la dinamica degli incidenti - dice Baglivo - Daniele fuori il Ciak a terra in una pozza di sangue, gli aggressori che sfondano il cancello e i ripetuti raid dei violenti fino a quando abbiamo rinchiuso De Santis nel teatro». Durante il sopralluogo gli inquirenti hanno trovato un marsupio nero tra le erbacce davanti all'entrata del Ciak e un mazzo di chiavi in un vaso bianco che si trova all'interno del cortile. «Le avevo trovate in terra dopo il raid» dice Baglivo. Sequestrati anche una scarpa trovata nel teatro, il lenzuolo bianco macchiato di sangue e resti di un petardo lanciato nel cortile. Si parla anche di pezzi di stoffa usati per tamponare il sangue di De Santis poi gettati in un secchio. Dopo l'ispezione decisa dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, dai sostituti Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, dalla Digos, gli inquirenti si sono recati nel circolo sportivo dove lavora e vive De Santis.
I FERITI Dal Gemelli, intanto, arrivano parole di speranza sulle sorti di Ciro Esposito: le sue condizioni restano critiche, la sua vita appesa a un filo, ma alcuni valori vanno stabilizzandosi, come la pressione a esempio. «Facciamo un passetto avanti», dice mamma Antonella Leardi. Papà Giovanni insiste sul commando che era con De Santis: «Voglio sapere chi e perché aveva deciso di scatenare la guerra ai napoletani. È incredibile che ancora non li abbiano identificati». Giovanni ha preso contatti col senatore del Pd Vincenzo Cuomo, è deciso a portare la questione in Parlamento. E sull'arresto del figlio: «Ora pensiamo alla salute, poi lo Stato dovrà pagare». Verrà operato nei prossimi giorni, invece, l'altro tifoso azzurro ricoverato nello stesso ospedale, Gennaro Fioretti, 32 anni. E guardato a vista dai familiari. Il proiettile che lo ha colpito ha lesionato gravemente il nervo radiale del braccio destro, di cui ora rischia di perdere l'uso. È ancora sotto shock, scuote la testa: «Non voglio parlare, non me la sento di dire nulla, lasciatemi in pace».