IL TEMPO (A. AUSTINI) - È servita la 36ª partita di campionato per scoprire la faccia cattiva di Rudi Garcia. Perché è vero che di sconfitte dolorose ne erano arrivate già tre, una con la Juve e due con il Napoli fra campionato e Coppa Italia, ma a Catania, per la prima volta, il francese ha visto la sua squadra arrendersi senza lottare.
Dal volto scuro e le prime critiche lanciate davanti alle telecamere dopo la gara, ieri è passato ai fatti. Rinviato a oggi il canonico giorno di riposo post-partita necessario a livello atletico (non era mai successo quest’anno nelle settimane senza impegni), Rudi ha voluto riunire subito il gruppo a Trigoria, altrimenti c’era il rischio che l’effetto della mazzata di Catania si disperdesse.
Non contava nulla ai fini della classifica, è vero. Lo stesso Garcia lo aveva ammesso alla vigilia («il campionato è finito complimenti alla Juve») con l’annuncio anticipato di una resa, che a posteriori, non rifarebbe. Mai avrebbe creduto che quel messaggio fosse interpretato dai giocatori come un «permesso» a mollare. In realtà si era già accorto nella preparazione della partita che qualcuno aveva staccato la spina. Mentalmente e fisicamente. Il risultato è stato il ko peggiore della sua gestione: alla Roma non succedeva di incassare 4 gol dall’ultima gara della gestione Zeman contro il Cagliari del 1 febbraio 2013, 456 giorni prima rispetto della debacle siciliana.
Garcia è rimasto deluso a dir poco. E ieri lo ha fatto notare senza giri di parole al gruppo, chiedendo un pronto riscatto contro la Juventus. Quello che doveva essere lo scontro diretto per lo scudetto diventa la sfida dell’orgoglio. «Dobbiamo vincere, è l’ultima gara in casa» ha ribadito ieri il francese ai giocatori.
La prestazione di Catania e l’intensità dei prossimi allenamenti condizioneranno le scelta di formazione. Di sicuro torneranno a disposizione Nainggolan e Destro, mentre Benatia è pronto a riprendersi il posto al centro della difesa.
La squadra stessa è rimasta sorpresa dal crollo di domenica scorsa. Un po’ tutti credevano che bastasse una Roma «normale» per battere l’ultima in classifica: la serie di nove vittorie consecutive aveva fatto sentire di nuovo quasi invincibile il gruppo e nessuno aveva calcolato il rischio di prestarsi a una figuraccia del genere. Detto questo, a Trigoria non c’è alcuna voglia di fare drammi. I dirigenti si sono confrontati con Garcia e non hanno avvertito il bisogno di aggiungere una ramanzina-bis ai calciatori.
Più che la sconfitta in sé, a Baldissoni & Co. scoccia semmai sentirsi chiamati in ballo sulla regolarità del campionato, dopo che l’allenatore giallorosso aveva sottolineato l’eccessiva arrendevolezza di alcuni avversari della Juventus. Non sono ovviamente piaciute le parole di Ballardini in riferimento al risultato di Catania-Roma («siamo in Italia»), anche perché - come ha fatto notare il tecnico - sono stati schierati tre diffidati in campo e Gervinho, stremato da una stagione tutta di corsa, è entrato dalla panchina già nel primo tempo.
Ora sotto con la Juve, a patto che Conte raccolga il guanto di sfida e si presenti con la formazione migliore. Allo stadio, comunque, sarà atmosfera da partita vera: previsti 55mila spettatori, con una folta rappresentanza bianconera anche in tribuna. Sperando che tutto fili liscio dal punto di vista dell’ordine pubblico, la Roma proverà a chiudere in bellezza un campionato da record. E avvisare la Juventus: l’anno prossimo vuole invertire i ruoli. Garcia ha ordinato anche questo ai giocatori.