IL ROMANISTA (V. META) - Provate ad andarlo a dire a Maicon, che Roma-Juve di domenica non conta niente. Provateci, ma tenetevi pronti a scappare. Perché con loro non è mai una partita come le altre, ma per qualcuno lo è ancora di meno. Sedici aprile duemiladieci. Due giorni dopo la Roma attenterà alle coronarie di parecchia gente vincendo quel famoso derby, quello che poteva valere uno scudetto perché permetteva alla squadra di Ranieri di controsorpassare l’Inter di Mourinho, tornata in testa grazie a una vittoria sulla Juve.
Si giocava di venerdì sera e le luci a San Siro avrebbero anche potuto spegnerle quando Maicon andò a inventarsi il gol che solo lui poteva fare. Controllo e tiro da trenta metri, senza far rimbalzare il pallone. Se fosse più la potenza, la tecnica o il coraggio di provarci in quel modo e da quella posizione, è difficile dirlo. Come è difficile dimostrare la sensazione che se non ci fosse stato quel gol, le cose per la Roma sarebbero andate diversamente. Sicuramente lì dentro c’era tutto Maicon.
Se qualcuno pensa di autocandidarsi suo erede, provi prima a segnare un gol così. Quattro anni dopo è ancora Maicon- Juve. Ci ha messo poco a diventare uno dei leader dello spogliatoio, che poi in fondo era fra i principali motivi per cui Sabatini lo ha scelto. Il Mondiale a casa sua, invece, era fra i motivi che hanno fatto scegliere la Roma a Maicon e ieri gli è arrivata la conferma ufficiale che sì, ha fatto bene: nell’elenco dei ventitré di Scolari per il Brasile c’è anche lui. Missione compiuta.
Una gioia che Maicon sperava di condividere con l’amico Castan, che invece si è visto preferire il napoletano Henrique e i Mondiali sarà costretto a guardarseli in tv. Intanto però c’è la Juve, ultima partita in casa della stagione in un Olimpico pieno e sotto gli occhi del presidente Pallotta. Ci sono i loro cento punti da evitare. La serataccia dell’andata resta, almeno quanto la sensazione che se tutto andrà bene come sembra, difficilmente si ripeterà.
Tornata al lavoro già all’indomani della figuraccia di Catania, la squadra ieri si è ritrovata a Trigoria dopo il giorno di riposo concesso da Garcia martedì. Il tecnico ha fatto lavorare i suoi per quasi due ore, divise fra esercitazioni tecniche, circolazione di palla, schemi offensivi e tiri in porta. Regolarmente in gruppo gli acciaccati Toloi e Castan, così come Benatia, che domenica si riprenderà una maglia da titolare al centro della difesa. Si sono invece limitati a lavorare in palestra Maicon, Dodò e Romagnoli, ma nessuno dei tre dovrebbe essere in dubbio per la Juve. Contro i bianconeri tornerà Mattia Destro, che ha scontato anche l’ultima delle quattro giornate di squalifica inflittegli dopo la trasferta di Cagliari. Da capire se giocherà nel tridente insieme a Totti o se i due si daranno il cambio.