IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - «Abbiamo avuto l’occasione più bella – dice il tecnico al termine della partita – ma non abbiamo segnato. E si sa che, poi, sullo 0-0 può succedere di tutto. Questo però non cambia nulla della stagione straordinaria che hanno fatto i ragazzi. E io sono molto felice di questo. Ora bisogna guardare avanti, soprattutto per dare appuntamento alla Juventus l’anno prossimo». E’ un Rudi Garcia tutto sommato sereno quello che si presenta ai microfoni di stampa e tv.
Anche perché prima della gara si era avuto il rinnovo del contratto di Miralem Pjanic, un giocatore sulla cui permanenza a Roma il tecnico francese si era più volte speso. «E’ certamente una bella notizia. E un bel segnale da parte del Presidente. Vuol dire che teniamo i nostri migliori giocatori per l’anno prossimo: è così che si costruisce una squadra e si può puntare a vincere». Una partita, quella con la Juventus, che ha messo in mostra un portiere di sicuro valore e che si candida a raccogliere l’eredità di De Sanctis. «Sappiamo che Skorupsky è molto forte – spiega Garcia. – Bisognerà valutare come sappia gestire la pressione, ma credo che quello di oggi, con questo pubblico e davanti alla squadra capolista del campionato, sia stato un buon test, che lui ha superato molto bene».
E’ stato un test anche per Mattia Destro. La cui prestazione è valutata dal tecnico al pari di quella di altri suoi compagni. «E’ normale, dopo 4 turni di squalifica, non essere al massimo della condizione e nel giusto ritmo partita. Ha fatto una buona gara anche se non eccezionale, ma è normale che sia così. Lo è stato anche per quelli che non giocavano da un po’ di tempo. E poi, De Rossi era uscito, così come Benatia, e Bastos aveva i crampi. E i cambi obbligati non mi hanno permesso quelli che avrei voluto fare per vincere questa partita».
Un bilancio, che al di là di queste ultime due sconfitte, resta comunque pienamente positivo. «Intanto, siamo sicuri di giocare la Champions senza passare per il turno preliminare, obiettivo conquistato con quattro o cinque turni di anticipo sulla fine del campionato. Dopo, è anche normale che possano succedere queste cose. Non bisogna però avere la memoria corta, ma sapere da dove arrivavamo e non cancellare nulla di quello che abbiamo fatto. E continuare a lavorare su questo».
Torna su quanto più volte ripetuto il tecnico francese. «La priorità è tenere unito il gruppo, e avere una rosa che possa giocare ogni tre giorni. Con Walter Sabatini e il Presidente lavoreremo su questo nei prossimi giorni, quando avremo più chiare le cose che potremo fare. Sappiamo che la Champions mangia molte energie e molta concentrazione. E noi dovremo non solo fare bene in campionato, ma anche nel girone, visto che saremo nella quarta urna e avremo davanti almeno due o forse tre squadre più forti di noi. Tanto per fare un esempio, quest’anno, il Napoli, con 12 punti, non è riuscito a superare la prima fase. Dovremo quindi essere pronti fin dall’inizio della stagione e già l’estate sarà molto importante per noi. Perché come ho già detto, sappiamo che l’anno prossimo faremo forse meno punti, e intanto spero di arrivare a 88 vincendo a Genova, ma sarà una Roma da scudetto. Del resto, i record come questo della Juventus non si ripetono tutte le volte».
Una nota dolente, gli fanno notare, è stato il mancato, o parziale sostegno da parte della curva, impegnata in altri cori “extra-gara”. «Ammetto che non è stata una partita di quelle giocate al cento per cento, ma piuttosto una partita chiusa, tattica, e un pareggio mi sarebbe sembrato un risultato più equilibrato. Poi, è vero che ognuno deve essere positivo e fare in modo di aiutare la squadra. Un Olimpico così, con 60 mila persone, me lo aspetto molte volte il prossimo anno. Ciò non toglie che i tifosi debbano ringraziare la squadra, anche con un risultato negativo, e la squadra i tifosi. Quanto ai cori, non li ho sentiti, perché ero concentrato sulla mia squadra. So però che quest’anno sono successe cose brutte, come il giocare senza curva, e senza tifosi. Vedremo cosa succederà riguardo alla legge sulla discriminazione territoriale. Ripeto: ciò che è importante è tifare per la propria squadra e non andare oltre, perché non dà niente al calcio».