LA REPUBBLICA (M. PINCI) - L'ultima settimana deve aver ribaltato anche le prospettive di un generale equilibrato come Rudi Garcia. Nove punti di vantaggio sul terzo posto del Napoli e otto di ritardo dalla vetta, con 6 punti rosicchiati in 4 giorni alla Juve: se la Roma cercava nel recupero con il Parma una risposta alla domanda che tutti dalle parti di Trigoria continuano a farsi — credere o meno alla rincorsa scudetto? — l’ha trovata. Logico non accontentarsi più dopo il 4-2 dell’Olimpico contro una squadra che solo 8 giorni fa veniva da 17 risultati utili consecutivi e che in 90 minuti — pardon, 82 — non ha mai trovato modo di arginare le percussioni di romanisti indemoniati.
Neanche si sentissero in ritardo, dopo la sospensione che per 59 giorni ha tenuto il match in sospeso, Roma e Parma partono sfacciate, irrazionali come può essere solo una gara iniziata mentre tanti italiani non hanno ancora lasciato l’ufficio. Il 2 febbraio De Marco aveva interrotto dopo 8’ appena un noiosissimo tentativo di sfidarsi a pallanuoto. Si riparte invece con ritmi isterici da basket Nba e bastano altri 8 giri di lancetta per vedere tre gol buoni e un altro nullo: neanche il tempo di dare il via al gioco da rimessa laterale, quella mai battuta 2 mesi fa, che un Parma menomato dagli infortuni di Cassano e Paletta si ritrova ostaggio del flipper in area che passa dai piedi di Totti a quelli di Destro, bacia il palo e premia a porta vuota l’insistenza di Gervinho (settimo centro in campionato), sul filo del fuorigioco.
Un minuto e l’ivoriano replica: buona la prima, non la seconda per il guardalinee Petrella, impeccabile. Non si può dire lo stesso della difesa romanista: pareggia Acquah, cui Castan e Benatia concedono tempo per pensare, eseguire e concludere l’1-1. Eppure per capire che non sarà serata di amarezze per la Roma basta aspettare i 60 secondi successivi, sufficienti a Pjanic per riprendere il gioco, trasformare gli avversari nei paletti di un personalissimo slalom gigante e regalare a Totti l’occasione di portare a 20 reti il suo score contro il Parma: una sorta di persecuzione individuale.
Poi, per non lasciare nulla al caso, a inizio ripresa Pjanic si occupa personalmente di chiudere i giochi raccogliendo l’ennesima percussione di un Gervinho invasato. Prima della fine Taddei trova il tempo di marcare di testa la sua nona stagione romanista. Unica consolazione per il Parma Biabiany, cui spetta il record, unico, di aver segnato alla Roma all’andata e al ritorno. Basterà un solo punto ora a Totti e compagni per chiudere aritmeticamente tra le prime tre. Un traguardo che, però, non può più bastare.