GASPORT (C. ZUCCHELLI / M. CALABRESI) - Il perfezionista Rudi Garcia, quello che fa provare talmente tanto gli schemi in allenamento che la Roma è la squadra che ha segnato di più sugli sviluppi di palla inattiva (21 reti, di cui 9 da calcio d’angolo), invece di godersi i 9 punti di distacco dal Napoli e gli 8 dalla Juventus, si dedica alla seconda rete — inutile — del Parma: «Non voglio che succedano queste cose. Il primo gol si può prendere, l’altro no. E per questo sono un po’ arrabbiato. Cinque gol nelle ultime tre partite in casa sono troppi». Messaggio ai naviganti (e ai giocatori): Garcia non intende tollerare cali di concentrazione, soprattutto adesso che, almeno a suo dire, per il campionato è ancora tutto in ballo. «Il secondo posto non è blindato — spiega — e anche per il primo c’è ancora una possibilità. Dovevamo vincere perché non avevamo niente da perdere, ma solo da guadagnare. E l’abbiamo fatto». Da perfezionista qual è, Garcia poi sottolinea che con il poker di ieri la Roma è diventata il secondo miglior attacco della Serie A (62 reti, contro le 67 della Juve e le 59 del Napoli): «Significa che la squadra sta bene ed è pericolosa. Mi spiace che non abbia segnato Destro, speriamo che si sia tenuto il gol per domenica».
Scontro diretto L’appuntamento è per le 15 a Cagliari: rientrerà Nainggolan, la squadra si ritroverà oggi alle 11.30 a Trigoria per preparare la partita. Tempo da perdere non ce n’è: «Riprendere la Juve? Viene definito un miracolo, ma miracoli di questo tipo sono già successi. Anche perché la Juventus deve ancora venire qui». I bianconeri, secondo Garcia, adesso avranno più pressione: «È vero, non è ancora deciso niente, vedremo anche quante energie saranno tolte loro dall’Europa League». Colpa giallorossa Maicon, rispetto al suo allenatore, sembra meno ottimista: «La strada è lunga. Dobbiamo restare concentrati perché sarà molto dura ». La Roma, spiega Maicon, sta facendo «un grandissimo campionato», ma il distacco dalla Juve era e resta importante, nonostante i tre punti recuperati ieri: «È solo colpa nostra, non degli arbitri. Dobbiamo pensare e guardare soltanto al nostro lavoro». Dette da uno che ha vinto un campionato brasiliano, 1 coppa del Brasile, 4 scudetti, 3 Supercoppe italiane, 2 Coppe Italia, 1 Champions, 1 Mondiale per club, 2 Coppa America e 2 Confederations, sono parole che pesano.