GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Destro out quattro giornate, Totti non al meglio, Bastos idem, Florenzi squalificato contro l’Atalanta: a Garcia non resta che pregare che a Gervinho non venga neanche un raffreddore e che Ljajic si ricordi quanto fatto nel finale della scorsa stagione con la Fiorentina, quando dal 13 aprile al 19 maggio realizzò cinque reti.
Presente e futuro In attesa di capire quello che succederà nei prossimi mesi, quando il potentissimo agente del serbo, Ramadani, sarà a Trigoria per discutere con Sabatini, Ljajic deve concentrarsi sul presente, tornando ad essere quel giocatore che, ad inizio anno, riusciva ad essere decisivo anche entrando a partita in corso. Dall’errore col Napoli di un mese fa, ha visto pochissimo il campo, scavalcato anche da Bastos: il brasiliano ieri ha interrotto l’allenamento per un fastidio alla schiena, per sabato dovrebbe recuperare ma per la panchina. Toccherà quindi a Ljajic, ultimamente piuttosto nervoso. Si aspettava di giocare di più, ma i numeri non confortano fino in fondo questa tesi: Ljajic ha messo insieme finora 27 presenze tra campionato e coppa e i minuti giocati sono 1.466, dato in linea con lo scorso anno, quando a questo punto della stagione ne aveva messi insieme 1.462. Anche i gol erano simili: 7 (6 in Serie A) quelli con la Fiorentina, 5 quelli in giallorosso.
Dubbio Totti Dodici mesi fa però Ljajic era uno dei leader di una squadra che sognava la Champions, adesso è uno che deve rilanciarsi in una formazione che la Champions ce l’ha in tasca. Garcia per lui scomoda paragoni eccellenti («mi ricorda l’Hazard di Lilla, un diamante grezzo») ma poi non fa sconti e gli concede appena 20’ in 5 partite. Adesso che dovrà fare di necessità virtù si aspetta una risposta convincente. Considerando, poi, che per sabato non ci sono certezze nemmeno sull’impiego di Totti: il capitano domenica a Cagliari ha avvertito ancora dolore al muscolo della coscia destra (al retto basso) ed ha fatto solo lavoro specifico, mentre oggi deciderà all’ultimo se proseguire da solo o lavorare con i compagni.
Fiducia Garcia In un clima, quindi, poco idilliaco, spetta ancora a Garcia tenere unita la squadra. Ieri breve discorso, il motto è sempre lo stesso: almeno nello spogliatoio, «nessuno parli di infortuni e squalifiche. Dobbiamo essere più forti di tutto».