LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Tredici gol in diciotto presenze, a sole cinque lunghezze da quel Tevez a cui rimproverano di non somigliare, con l’attenuante di aver cominciato a giocare solamente a dicembre. Mattia Destro si tiene stretto il pallone della tripletta — vittoria realizzata a Cagliari, mantenendo i piedi bel saldi a terra.
«Io penso prima al bene della squadra, poi al mio, anche se sto lavorando col mister per migliorare cattiveria e sacrificio tattico. Garcia mi ha sempre tenuto in considerazione, anche quando non ero disponibile, così ho avuto fiducia e lo ringrazio molto. Spero nel Mondiale, ovviamente, ma ora penso solo alla Roma».
Talmente concentrato da rinviare a fine stagione qualsiasi dedica. «Farò i ringraziamenti a fine anno, perché ci tengo in maniera particolare. Ora mi godo la mia prima tripletta in serie A. Non molliamo la Juve ». Sicuramente tra le persone da ringraziare c’è la fidanzata, la bella Ludovica, volto televisivo che l’attaccante sposerà la prossima estate, se non dovesse arrivare una chiamata di Prandelli.
Sorrisi e festeggiamenti, e tanta sicurezza anche di fronte alle immagini del contatto con Astori. «È stato un contatto di gioco, è stato lui per primo ad allargare le braccia. Io ho gli occhi chiusi. Comunque Astori resta un amico». Da verificare le condizioni di Benatia, che rischia una decina di stop per un problema muscolare al quadricipite. È invece concentrato sulla rincorsa alla Juve, De Rossi. «Non credo allo scudetto, ma se la Juve dovesse perdere punti noi dobbiamo farci trovare pronti. Siamo una squadra di uomini, importante aver vinto a Cagliari dopo 19 anni. Avremmo firmato con il sangue a inizio stagione per il terzo posto e invece siamo qui a parlare di ambizioni da vertice».
Garcia è soddisfatto. «Abbiamo fatto quello che dovevamo, battere il Cagliari, ora siamo a meno cinque dalla Juve. Sta agli altri adesso giocare, la pressione è su di loro. Credo nella rimonta e sono felice di quello che sta facendo la squadra».