IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Anche il punto va bene. Ma se vai a giocare per il pareggio hai più possibilità di perdere. Dal Livorno all’Inter abbiamo provato a vincerle tutte, se non dovessimo riuscirci, lasciare il Napoli a meno sei sarebbe comunque positivo». Garcia si mette in viaggio rinunciando alla solita spavalderia. Non è che in questa trasferta rinunci a priori all’atteggiamento propositivo, ma per una volta lascia l’iniziativa, almeno a parole, ai rivali. Sono loro a giocarsi tutto nelle notte davanti al Golfo. Per attaccare il secondo posto, posizione che i giallorossi, con 1 partita in meno, possono difendere in assoluta serenità. Il vantaggio in classifica, 58 punti contro 52, è distanza di sicurezza, anche perché il traguardo è sempre più vicino e il risultato dell’andata, 2 a 0, impone agli azzurri il punteggio largo (minimo 3 a 0, come in Coppa Italia) per essere avanti negli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti.
RAFA SINCERO «Dobbiamo affrontarla come una finale, per noi è una partita fondamentale per l’obiettivo più importante: il secondo posto e la qualificazione diretta alla Champions. Quindi non possiamo nasconderci è una gara da vincere» ammette Benitez. Sono d’obbligo, per il Napoli, i 3 punti. Garcia non può dire al stessa cosa e sminuisce il valore del risultato e quindi di questa sfida, pure se vuole riscattare il 3 a 0 del 12 febbraio e la conseguente eliminazione dalla Coppa Italia: «Non è la finale del campionato. Perché poi di partite ne mancheranno ancora undici. Per noi, avanti sei punti, dodici, avendone una da recuperare. Insomma, se perdono, per loro è finita. Per noi no. La pressione è sul Napoli». Che conosce bene, avendolo affrontato già tre volte. «Loro sono forti: spero di vedere uno spettacolo come quello dell’andata all’Olimpico, tra due grandi squadre e con un arbitro di primo piano. Così può succedere di tutto».
SENZA I CAPITANI «La Roma ha solo una partita a settimana e può gestire meglio la rosa» spiega Benitez. Garcia conta gli uomini e non si lamenta, anche se non avrà Totti, convalescente, e De Rossi, squalificato. Il francese ritrova Maicon, uscito di scena proprio a Napoli nella semifinale di Coppa Italia, recupera Strootman e non ha più dubbi su Pjanic e Florenzi (è in ballottaggio con Ljajc: ieri provato il serbo). Tra i 21 convocati si rivede Dodò. «Andremo al San Paolo con ambizione, ma i protagonisti in campo dovranno essere al cento per cento. Contro l’Inter non aveva un problema fisico la squadra, ma alcuni giocatori. Stavamo meglio di quanto si pensi». Chiede, però, più movimento in fase offensiva. «Dobbiamo dare meno riferimenti in avanti, creando incertezza alla difesa di Benitez». E più attenzione dietro: «In Coppa Italia, al ritorno, ho visto troppi errori individuali. Ma su questo non si lavora: è solo una questione di concentrazione, come sui calci piazzati. I saltatori li abbiamo, in queste fasi si possono decidere le sfide di alto livello».
AVANTI CON LA TECNOLOGIA Garcia, costretto ad accettare le sentenze della giustizia sportiva, spinge per la moviola in campo: «Non è questione di Italia o Francia, il problema è generale. Perché funziona la tv in un modo solo? O serve o non serve. Dobbiamo aiutare l’arbitro che deve decidere in un secondo. Poi ci sono 5 moviole e così non possiamo andare avanti. E’ il ventunesimo secolo, con dodici occhi si vede meglio che con sei. Ma i giudici di porta li ho già avuti in Europa League con il Lille, cambia poco. Negli altri sport, soprattutto nel rugby, sono riusciti a migliorare questo aspetto».
ATTACCO AL CT Difendendo a spada tratta De Rossi, Garcia critica soprattutto Prandelli: «Avere un codice etico è positivo, ma l’interpretazione è pericolosa. Daniele era già stato condannato dalla tv e dalla mancata chiamata in Nazionale. Era meglio convocarlo e magari dopo la decisione del giudice sportivo rispedirlo a casa. La cosa era già fatta prima, ma la tv non vede tutto. E’ come le statistiche. Si possono mostrare cose che sembrano violente, ma era sotto gli occhi di tutti. Hanno visto, se non hanno fischiato lo hanno interpretato come un movimento normale. Non difendo Daniele, ma parlando con lui mi ha detto che neanche si è accorto di questo e nemmeno Icardi. Dobbiamo fare in modo di pulire queste cose nell'area, lo deve fare il giudice di linea, ma è difficile. Il calcio è un gioco di contatto, non è danza». La Roma partirà stamattina da Termini e rientrerà con un treno charter da Napoli dopo la partita. Ieri sera ritiro nel solito hotel davanti allo Zoo.
Roma, notte da Champions
09/03/2014 alle 10:17.