IL TEMPO (E. MENGHI) - Non aveva mai esultato così Garcia, ma quando la vittoria arriva a tempo scaduto i tre punti diventano improvvisamente più belli. Quasi una liberazione dopo il continuo provare senza trovare la porta, aldilà del muro costruito da Ventura: «Vincere all’ultimo è un segnale importante. Sapevo che giocando prima era importante mettere pressione agli altri club. E anche perché mi ricordavo della partita d’andata».
È stata la sua rivincita e la sua mano si è vista: «Abbiamo chiuso con sei giocatori offensivi in campo. Il miglior attaccante è stato Maicon». Paradossale, ma vero. Da quando la Roma ha ritrovato Totti e Garcia gli ha messo di fianco Destro, i gol vengono più facilmente e non è un caso: «Firmo per segnare almeno due gol a partita, come stiamo facendo ultimamente. Dobbiamo avere più pazienza quando giochiamo con una squadra così schierata». Florenzi è stato decisivo alla terza gara iniziata in panchina: «Quando giochiamo con Pjanic a centrocampo e tre attaccanti veri è difficile trovare spazio per gli altri. Ho voluto andare avanti sulla strada vincente. Alessandro è sempre positivo, anche quando entra, e questo dimostra che non vinciamo in undici ma con tutta la rosa». Garcia promuove l’esordiente Toloi e gli perdona qualche errore che ha fatto sentire la mancanza di Benatia: «Ha fatto una buona gara, il gol di Immobile è fantastico, non è colpa sua: è talento. Castan è stato il padrone della difesa».
Il Brasile continua ad ignorarlo, Prandelli difficilmente potrà fare lo stesso con gli italiani della rosa giallorossa: «Se De Rossi, Destro, Florenzi e il capitano continuano così, hanno una grande chance di andare al Mondiale. Quando una squadra con questi giocatori è seconda in classifica è normale che il ct stia attento». Davanti alle telecamere si affaccia anche il presidente Pallotta, che mette in mano a Garcia 95 euro: un po’ un simbolo della volontà di rinnovargli il contratto. Rudi ride e sposta l’attenzione sulla presentazione dello stadio: «Domani (oggi, ndr) è una giornata storica ed era importante arrivarci con tre punti in più. Adesso abbiamo 9 punti sul Napoli con lo stesso numero di partite, ma sul piano matematico bisogna aspettare e andare avanti. I miei collaboratori hanno lavorato bene per sapere le debolezze e la forza del Torino, sappiamo che loro giocano tutti indietro e in contropiede con Cerci e Immobile».
E così è stato, ma non per Ventura: «Si diceva che venivamo qui a difenderci. Ci sono stati momenti in cui eravamo in 11 nella loro metà campo. La Roma ha subìto più palle gol che in tutto il campionato. C’è rammarico per la sconfitta, ma non potevamo pensare di essere più forti di loro». La rabbia la riversa sui tifosi giallorossi: «Ci vuole più rispetto nei miei confronti, me lo merito. Vengo colpevolizzato per aver esultato al gol del Torino e non aver protestato per un rigore contro la Juventus. Mi si dà dello juventino? È come dire che Garcia è laziale. Qualcuno si faccia un esame di coscienza. Se Garcia avesse subito il 10 per cento di quello che abbiamo subìto noi, sarebbe andato a farsi una cura da stress». Il sorriso di Rudi dice che non ne ha bisogno.